La dichiarazione di Fedez sulla sua pagina Instagram, ho un raro tumore neuroendocrino al pancreas, ha portato alla ribalta questa forma oncologica sconosciuta ai più. E ora la curiosità è molta.
Ma di cosa si tratta? Quali sono i sintomi? E come si cura? Ecco cosa ci ha raccontato Saverio Cinieri, Presidente AIOM, l’associazione che riunisce gli oncologi medici.
Tumori neuroendocrini, di cosa si tratta?
I tumori neuroendocrini, o NET dall’inglese Neuro-Endocrine Tumoris, si originano dalle cellule neuroendocrine, cioè quelle che producono ormoni, tra cui insulina, glucagone, somatostatina. Possono colpire organi anche molto diversi tra di loro, come intestino, pancreas, come nel caso del rapper, polmoni, tiroide. In Italia si registrano 4-5 nuovi casi all’anno ogni 100 mila persone e in circa il 70% dei casi riguardano il tratto gastro-entero-pancreatico. La sopravvivenza è estremamente lunga e con una buona qualità di vita.
Quali sono i sintomi?
La caratteristica dei NET è di dare raramente sintomi ed è per questo che la diagnosi avviene spesso per caso. Nel caso del tumore neuroendocrino del pancreas, per esempio, si possono manifestare ipoglicemia, iperglicemia, diarrea profusa. «Posso anche essere collegati a specifiche sindromi genetiche familiari», aggiunge il professor Cinieri. «è il caso ad esempio della neoplasia endocrina multipla, o MEN1, e della Neurofibromatosi, o NF1. Sono tumori complessi. Attualmente rappresentano l’esempio più concreto di come un approccio multidisciplinare possa avere un impatto favorevole sulla prognosi della malattia», sottolinea il professor Cinieri. «Lo richiede la malattia stessa, che ha un’enorme eterogeneità. Le cellule tumorali neuroendocrine infatti possono originare in qualsiasi distretto del corpo perché sono ubiquitarie. Non essendo organo-specifiche dunque, già di partenza i NET richiedono la partecipazione di numerosi specialisti e questo approccio multidisciplinare deve rimanere una costante nella storia clinica di ogni singolo paziente».
Si può guarire dal tumore neuroendocrino?
L’intervento chirurgico di solito è la prima terapia. È successo anche nel caso di Fedez, che ha subito l’asportazione della parte aggredita dalla malattia. «La ricerca ha fatto passi da gigante», conclude il professor Cinieri. «E anche nelle fasi più avanzate, quando l’intervento non è possibile, oggi ci sono terapie che garantiscono una buona qualità di vita, come farmaci cosiddetti a bersaglio e tecniche locoregionali quali l’embolizzazione».
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.