Tumore alla prostata: le alternative al bisturi

2 min lettura Tumori A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Tumore alla prostata: le alternative al bisturi

Nell’elenco dei trattamenti contro il carcinoma della prostata, ce ne sono due destinati a fasce di popolazione diverse: la sorveglianza attiva e la vigile attesa. Ma in cosa consistono? E per chi sono indicati?

Sorveglianza attiva e vigile attesa sono strategie di gestione per i pazienti con tumore prostatico, in alternativa al bisturi. Tuttavia si applicano in situazioni differenti. Vediamo insieme le differenze.

Sorveglianza attiva

La sorveglianza attiva è destinata ai pazienti più giovani che hanno un tumore della prostata con:

  • bassa o nessuna aggressività,
  • localizzati
  • a crescita molto lenta. In pratica, lesioni indolenti in classe di rischio bassa o molto bassa, nessun nodulo oppure un piccolo nodulo in un lobo prostatico.

La peculiarità della sorveglianza attiva è di far sì che il paziente possa condurre la sua solita vita, con quale unico vincolo, la necessità di sottoporsi a controlli regolari che permettono di tenere il tumore sotto stretta sorveglianza. Se il tumore mantiene le sue caratteristiche di indolenza, il paziente prosegue il suo cammino di osservazione, anche per tutta la vita. Ma se dalle analisi emerge una modifica nelle caratteristiche cellulari, non si perde tempo e si passa a un trattamento radicale.

La vigile attesa

La vigile attesa è di norma per i pazienti più anziani con:

  • un tumore a bassa o intermedia aggressività
  • che soffrono di altre malattie concomitanti.

È una proposta che viene fatta in questi casi in particolare, perché la scelta di terapie aggressive, come potrebbe essere ad esempio la chirurgia nei pazienti fragili con un’età avanzata potrebbe aumentare il rischio di accorciare l’aspettativa di vita del paziente più di quanto lo farebbe il tumore stesso. Il paziente viene monitorato attraverso controlli periodici, circa ogni sei mesi, limitando l’utilizzo di trattamenti invasivi. Il trattamento generalmente consiste in farmaci antitumorali, normalmente di tipo ormonale, da avviare se compaiono sintomi.

Per avere l’opzione più indicata al proprio caso è indispensabile rivolgersi a un Centro oncologico ad hoc.

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.