I ricercatori confermano che l’alimentazione incide sul tumore al seno. Abbiamo chiesto a due oncologi prestigiosi, Saverio Cinieri e Filippo De Braud, quali sono le abitudini alimentari corrette per prevenire la malattia e le recidive.
Un’alimentazione corretta gioca un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno. A dimostrarlo anche un vasto studio presentato al congresso mondiale di oncologia ASCO, che ha coinvolto 49 mila donne in post menopausa tra i 50 e i 79 anni, senza precedenti di tumore al seno.
I ricercatori hanno diviso le donne in due gruppi: il primo doveva continuare a seguire la propria dieta nella quale il grasso rappresentava il 32% o più delle calorie giornaliere. Il secondo gruppo, invece, doveva adottare una dieta che mirava a ridurre il consumo di grassi, fino a raggiungere il 20% o meno dell’apporto calorico con in più almeno una porzione di verdura, frutta e cereali al giorno. Complessivamente, le donne che hanno seguito la dieta bilanciata povera di grassi hanno evidenziato benefici per la salute, con una riduzione del 21% del rischio di morte per tumore del seno.
Prevenire la malattia
La dieta sana dunque ha un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno, E porta con sé benefici innegabili, che abbattono altri fattori di rischio: un calo di peso, un desiderio maggiore a praticare un regolare movimento fisico e una diminuzione anche sostanziale nel consumo di bevande alcoliche.
«Il calo di peso comporta una diminuzione anche consistente del grasso viscerale che, quando è presente, contribuisce a creare uno stato infiammatorio generale e livelli elevati di insulina e di glucosio», sottolinea Saverio Cinieri, Presidente AIOM, Associazione italiana oncologi medici. «Per sciogliere il grasso, dunque, l’alimentazione deve essere ricca di cereali integrali, vegetali e legumi. E vanno limitati i grassi animali perché tendono a rallentare l’azione dell’insulina e a mantenere alta la glicemia, fattori associati a una maggiore probabilità di sviluppare la malattia».
Ma cosa si deve portare in tavola? Per quanto riguarda in particolare il consumo di carne, valgono le regole messe a punto a livello internazionale dal World Cancer Research Fund : non oltrepassare la dose di 350-500 grammi alla settimana di carne, rossa e bianca, (il peso si riferisce alla carne cotta) e ridurre a minime quantità, o evitare del tutto, le carni conservate e in scatola e gli insaccati.
Prevenire le recidive
Lo stesso regime alimentare vale anche in caso di malattia, ma con una raccomandazione. «E’ vietato il fai-da-te», interviene Filippo de Braud, direttore dell’oncologia medica 1 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Diete iperproteiche, digiuni, troppa attività fisica, stimolano i processi di infiammazione oppure debilitano l’organismo, a favore della vitalità delle cellule oncogene».
Le ricerche stanno dimostrando che esiste una connessione tra il microbiota, cioè l’insieme di microrganismi che popolano il corpo, e le terapie contro il cancro. E addirittura, il microbiota può spingere il sistema immunitario a essere più attivo contro le cellule tumorali, a favore di una ripresa più rapida a livello fisico e psicologico in caso di interventi e terapie oncologiche. Gli alimenti giusti? Cereali integrali e verdura, perché contengono fibra, la fonte energetica del microbiota. E alimenti fermentati, come yogurt e kefir, che contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio tra i microrganismi intestinali.
Ma non solo. Alcuni studi in corso all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano stanno dimostrando un’azione inaspettata di un particolare regime alimentare, simile a quella farmacologica. «Abbiamo messo a punto un approccio innovativo con restrizione calorica molto limitata nel tempo che ha l’obiettivo di colpire il metabolismo della cellula tumorale e modificare quello dell’organismo», interviene De Braud. «La restrizione calorica va seguita sotto stretto controllo medico ed è costituita da cibi freschi, con un apporto calorico pari a circa 1800 Kcal suddivise in cinque giorni». Gli alimenti? Insalata, zucchine e verdure a foglia verde, olio di oliva e frutta secca.
Latte, un alimento controverso
Le ricerche sono tante, ma non esiste ancora una certezza per quanto riguarda il consumo di latte e latticini. Per fare il punto, è stata anche pubblicata una revisione sulla rivista BMJ con conclusioni che parlano da sé. Alcune ricerche dimostrano che il consumo di latticini comporta una diminuzione del rischio di tumori gastrointestinali, risultati eterogenei per ciò che concerne i tumori che dipendono dagli ormoni, cioè seno, prostata, endometrio e ovaio, e per quelli che colpiscono rene tiroide e polmone.
E quindi, come comportarsi? «Non vanno demonizzati», dice Saverio Cinieri. «Alle mie pazienti con tumore al seno suggerisco di bere un bicchiere di latte al giorno, con benefici per la salute dell’osso. Certo, non tutte lo gradiscono, per scetticismo oppure per intolleranza. In questi casi, consiglio un vasetto di yogurt oppure una porzione di parmigiano al giorno».
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.