Anche gli uomini possono ammalarsi di tumore alla mammella. Le cause sono squilibri ormonali o mutazioni genetiche. I nostri consigli per una diagnosi precoce e le ultime novità sulle terapie quando riguarda gli uomini.
Eh no, non è solo prerogativa delle donne: raramente, ma si possono ammalare anche gli uomini. Di cosa stiamo parlando? Di tumore al seno.
Dati alla mano, su 100 casi di malattia, 99 sono relativi a donne, e uno riguarda il sesso maschile. Le ragioni? Mutazioni genetiche in circa il 15% dei casi mentre, nei rimanenti casi, i ricercatori ipotizzano che a innescare la malattia sia uno squilibrio negli ormoni, con un aumento degli estrogeni, gli ormoni femminili, e un calo di androgeni, quelli maschili.
In caso di una donna della famiglia con una mutazione BRCA 1 o 2, oppure che ha avuto un tumore al seno o alle ovaie BRCA positivo, oggi l’uomo non viene più relegato in un angolo ma al contrario, viene sottoposto allo stesso test che hanno eseguito la mamma, la zia oppure la sorella. Rispetto alla donna, però ci sono delle differenze. Nell’uomo sono presenti soprattutto le mutazioni nel gene BRCA2, che aumentano fino a 40 volte il rischio di tumore al seno, contro le mutazioni BRCA1 che invece lo incrementano di circa 4 volte. Va detto inoltre che la stessa mutazione BRCA 2 negli uomini può comportare anche un rischio aumentato di tumore alla prostata, al pancreas e allo stomaco.
Terapie
Ad oggi non esistono terapie mirate per gli uomini, soprattutto perché gli studi sono stati effettuati prevalentemente sulla popolazione femminile. Ma le reazioni sono differenti. Nel caso dei farmaci ormonali, ad esempio, i risultati sono inferiori a fronte di effetti collaterali maggiori, cosa che comporta molte volte un abbandono della terapia e un aumento del rischio di prognosi infausta.
Prevenzione
C’è da dire anche che, il più delle volte, l’uomo riceve una diagnosi quando la malattia è avanzata, a causa delle scarse conoscenze sull’esistenza del tumore al seno declinato al maschile. Per questo, in attesa dei risultati della ricerca, il consiglio è di eseguire l’autopalpazione soprattutto a partire dai 60 anni, quando per gli uomini incrementa il rischio di malattia. E in caso di qualcosa di diverso dal solito, è bene rivolgersi al proprio medico oppure direttamente a un oncologo senologo. Vale poi la regola in caso di precedenti, di parlarne con l’oncologo che sta seguendo gli altri componenti della famiglia.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.