Più di quattro pazienti oncologici su dieci rischiano di avere un problema cardiovascolare. Antonio Russo spiega quanto è importante alzare i livelli di attenzione per ridurre il rischio di ictus o infarto.
C’è un nuovo aspetto da considerare dopo la diagnosi di tumore: la salute del cuore.
Dati alla mano, oggi chi ha una malattia oncologica ha anche un rischio pari al 42% di soffrire di un problema cardiovascolare. E in caso di evento acuto, come un ictus oppure un infarto, la percentuale di sopravvivenza a otto anni si riduce del 20%.
Sono dati importanti che non si possono più ignorare e che richiedono per l’appunto un cambiamento. Come l’inserimento del cardiologo nel team multidisciplinare, per alzare fin da subito il livello di attenzione nei confronti del paziente oncologico.
È necessario anche istituire corsi di formazione sulla cardio-oncologia nel percorso formativo dei medici.
«Oggi nella pratica clinica sono presenti nuove categorie di farmaci come quelli immunoterapici che hanno un peculiare profilo di tossicità», interviene Antonio Russo, presidente COMU, Collegio oncologi medici universitari e tra gli Autori di un volume interamente dedicato alla cardio-oncologia.
«Sono delle molecole che portano, oltre ad un bagaglio importante di effetti benefici, anche un potenziale spettro di eventi avversi che potrebbero causare anomalie a tutti gli organi e apparati, compreso quello cardiovascolare».
Che cosa si può fare allora? Intanto, alzare il livello di attenzione e valutare la funzionalità cardiaca al basale, durante e dopo le cure anti-tumorali per limitare l’incidenza degli eventi avversi cardiovascolari e intervenire tempestivamente in caso di disturbi. Sì anche a monitorare il peso, l’esercizio fisico, l’alimentazione e l’eventuale trattamento di dislipidemia e ipertensione arteriosa: si tratta di fattori importanti sempre, che diventano fondamentali nel caso del paziente oncologico, al fine di personalizzare ulteriormente i trattamenti e allontanare il rischio di cardiotossicità.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.