Aiuta i medici a svolgere l’attività diagnostica, analizzare dati e fare ricerca più velocemente. A patto però di usarla con competenza, fare domande più circostanziate e senza “saltare” il medico.
Analisi ed esami? Con l’intelligenza artificiale. La visita medica? Ci pensa l’Intelligenza artificiale. La programmazione del piano terapeutico? Sempre la stessa risposta, la mette a punto l’intelligenza artificiale.
Fermi tutti. È il momento di fare ordine. «L’intelligenza artificiale è un metodo per analizzare i dati, ma rispetto alla statistica classica offre un vantaggio enorme», sottolinea Francesco Sardanelli, specialista in radiologia e Coordinatore scientifico LILT. «La statistica classica distingue tra gruppi di pazienti, mentre l’intelligenza artificiale fa previsioni sul singolo paziente e questo è un cambiamento importante: oggi nella pratica clinica si parla sempre di più di medicina di precisione e di medicina personalizzata».
Un esempio di utilizzo vale per tutti: la cartella clinica. «L’intelligenza artificiale ci può aiutare nella pratica, facendo le stesse cose che faremmo noi, ma più velocemente», continua Sardanelli. «Pensiamo alla necessità di visionare la cartella clinica per avere la storia complessiva del paziente. L’AI la legge e la sintetizza condensando le informazioni, considerando le priorità. E questo è un aspetto determinante nel caso di un ricovero di urgenza». La precisione è anche una caratteristica degli esami di controllo, come la mammografia. «Nello screening è nota la pratica della doppia lettura, cioè dei due radiologi che separatamente, interpretano l’esame», dice Sardanelli. «Con l’intelligenza artificiale siamo a un punto di svolta perché la doppia lettura viene eseguita dal radiologo e dall’AI. Questo, ci può permettere anche di raggiungere quell’obiettivo di cui si parla molto ultimamente di personalizzazione dei controlli in base alla predizione del rischio oncologico». Per migliorare le applicazioni dell’Intelligenza artificiale applicata allo screening del tumore del seno, sta inoltre per partire un ampio studio europeo coordinato da LILT. Verrà “messa in campo” un’infrastruttura europea di milioni di immagini, applicate alla mammografia ma anche all’ecografia mammaria, alla risonanza magnetica, alla mammografia col mezzo di contrasto.
Esiste anche la Digital pathology. «I vetrini oggi riusciamo a digitalizzarli», interviene Arsela Prelaj, oncologa, ricercatrice, coordinatrice Laboratorio di Intelligenza Artificiale Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori Milano. «Automaticamente, l’Intelligenza artificiale è in grado di leggerli. Dal vetrino, inoltre, noi tradizionalmente estraiamo il DNA e procediamo con l’analisi genomica. Invece ci sono degli algoritmi che, tramite il vetrino, leggono anche il gene». L’AI sta spodestando dal trono il dottor Google. Chat GPT, o altri modelli analoghi. Sono molto più veloci e, dalla descrizione del sintomo alla definizione della terapia, il passo è breve. Non solo. In chi è già malato, diventa una modalità di consulto, alla stregua del secondo parere. «A breve ESMO, l’Associazione europea dei medici oncologi, pubblicherà un lavoro scientifico sull’intelligenza artificiale. L’obiettivo? Una guida pratica per medici e pazienti con l’obiettivo di migliorarne l’utilizzo. Le risposte che fornisce l’AI non consentono infatti di “saltare” il medico, ma di porgli domande più circostanziate, di avere le idee più chiare. A patto di imparare con competenza a porre domande circostanziate».
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.