Il ruolo cruciale della nutrizione clinica in oncologia

3 min lettura Tumori A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Il ruolo cruciale della nutrizione clinica in oncologia

Un supporto nutrizionale è fondamentale per migliorare la qualità della vita e la risposta alle terapie per i pazienti oncologici. L’intervista al nutrizionista clinico Riccardo Caccialanza.

È attesa a breve in Lombardia la delibera del PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale, ndr) sulla nutrizione clinica in oncologia. Un aspetto cardine, questo, ma ancora oggi spesso sottovalutato. Eppure, mantenere un buon stato nutrizionale è basilare, sia durante le terapie, sia dopo per la prevenzione delle recidive.

La malattia può alterare il metabolismo e provocare malnutrizione

Lo dimostrano anche i dati: tra il 20 e il 70% dei pazienti, a seconda della sede del tumore e dello stadio della malattia, hanno una forma di malnutrizione e si stima che circa uno su cinque muoia a causa della malnutrizione stessa e non per la malattia oncologica.

«Diversi studi evidenziano che una nutrizione inadeguata aumenta il rischio di complicazioni postoperatorie e riduce l’efficacia delle terapie», spiega Riccardo Caccialanza, direttore SC Dietetica e Nutrizione Clinica Policlinico S. Matteo di Pavia. «In linea generale, è la malattia stessa molte volte ad alterare il metabolismo, con perdita di appetito e di peso. Va da sé poi che quasi tutti i trattamenti oncologici possono provocare effetti collaterali quali nausea, vomito, perdita di appetito, per citarne solo alcuni, che inevitabilmente si ripercuotono su una perdita di peso e di massa muscolare. Non dimentichiamoci infine che anche la localizzazione del tumore e lo stadio della malattia incidono sullo stato nutrizionale del paziente. Per esempio, i tumori del gastroenterico alto e del testa-collo presentano, sin dal momento della diagnosi, un quadro di malnutrizione».

Integrare la nutrizione nel percorso di cura

Il primo passo necessario è un cambiamento nell’approccio alla nutrizione. Non c’è dubbio infatti che sia un pilastro della terapia oncologica e come tale deve essere integrata nel percorso di cura. Lo sottolineano anche le linee guida AIOM, l’associazione che riunisce gli oncologi.

«Durante la prima visita, circa due pazienti su tre evidenziano un calo ponderale di norma compreso tra uno e dieci chili. E ben il 40% dei pazienti si presenta all’appuntamento già con anoressia», continua Caccialanza. «Questi numeri rafforzano quanto viene sottolineato nel documento prodotto da AIOM: le prime operazioni da compiere al cospetto di un paziente oncologico devono essere la rilevazione del peso e la valutazione della composizione corporea».

Non si può infatti limitarsi all’uso della bilancia. Vanno considerati la perdita di peso, la composizione corporea, i parametri biochimici e la forza muscolare, al fine di identificare la malnutrizione precoce e a pianificare un supporto nutrizionale adeguato.

Come, quando e a chi va eseguita la valutazione nutrizionale

La valutazione nutrizionale va eseguita al momento della diagnosi e monitorata periodicamente durante il percorso di cura. Va effettuata non solo a tutti i pazienti ricoverati, ma anche ai pazienti ambulatoriali e che seguono un ciclo di chemioterapia, o altre terapie.

«La gestione nutrizionale dovrebbe coinvolgere un team composto da medici specialisti in scienza dell’alimentazione, dietisti e infermieri, sistematicamente coordinati con oncologi, chirurghi e radioterapisti, per garantire un supporto completo al paziente», sottolinea Caccialanza. «Questo per garantire un intervento tempestivo in caso di rischio oppure in presenza di malnutrizione, con un intervento ad hoc che può includere consulenze dietetiche, supplementazione orale o nutrizione artificiale, a seconda dei casi».

I centri di nutrizione clinica

La Regione Lombardia ad agosto 2024 ha messo a punto una mappa dei Centri di nutrizione clinica. «Ci sono cinque Centri hub che hanno la caratteristica di avere dei volumi di attività elevati, la possibilità di ricoverare i pazienti e percorsi ben strutturati», conclude Caccialanza. «A questi si aggiungono i Centri spoke dove sono presenti team nutrizionali che lavorano in rete con i centri Hub, oltre ad avere la possibilità di fornire consulenze in telemedicina».

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.