Il14 novembre è la giornata mondiale dedicata all’informazione e alla consapevolezza sulla malattia diabetica. Il tema di quest’anno è il benessere sia fisico, sia mentale, da porre al centro della cura del diabete. Ecco alcune accortezze che sarebbe meglio seguire.
Il 14 novembre è la giornata mondiale dedicata dal 1991 all’informazione e alla consapevolezza sulla malattia diabetica. Il tema di quest’anno, che fa da filo conduttore a tutte le iniziative, è il benessere sia fisico, sia mentale, da porre al centro della cura del diabete. Questo, anche per la prevenzione del cancro che secondo alcune stime svedesi, potrebbe diventare una vera e propria emergenza nei prossimi anni tra chi soffre di diabete.
Rischio maggiore per chi soffre di diabete di tipo 2
Più di uno studio epidemiologico suggerisce che in particolare tra chi soffre della forma di diabete di tipo 2, c’è un rischio maggiore rispetto a chi non è diabetico di alcuni tumori. «Gli organi che sembrerebbero più esposti sono pancreas, fegato, endometrio, colon-retto, seno, vescica», dice Riccardo Candido, Presidente FeSDI, Federazione delle Società Diabetologiche e AMD, Associazione medici diabetologi. «Al momento le ragioni non sono del tutto chiare, ma sembrerebbero avere un ruolo i livelli elevati di glicemia nel sangue, l’insulina e lo stato di infiammazione sistemica, cioè generale. Questi meccanismi sembrano coinvolti nelle risposte cellulari». Attenzione, il rischio, però, non significa malattia. Vuol dire invece massima attenzione nella gestione della malattia diabetica: controlli regolari, terapia farmacologica se necessario, alimentazione sana e attività fisica regolare. «Alcuni dati inoltre suggeriscono che con la metformina, il principio attivo antidiabete più utilizzato, si riduce il rischio di tumore», continua il Presidente AMD. «E questo, deve essere un incentivo in più a non abbandonare la
terapia».
Fondamentale uno stile di vita sano
Controllare la malattia diabetica, soprattutto se quella di tipo 2, vuol dire anche uno stile di vita sano. A partire dall’alimentazione .«Oggi molti alimenti sono stati sdoganati, come i cereali, a patto che siano integrali», sottolinea Riccardo Candido. «La regola è di seguire una dieta ricca di verdura e che comprenda frutta, legumi, pesce, e in misura minore la carne bianca, pochi grassi animali, niente alcol. In sostanza, la ben nota dieta anticancro riportata nel documento della World Cancer Research Fund».
Sì anche all’attività fisica che è una parte della terapia del diabete, esattamente come se fosse un farmaco. E ci sta: è sufficiente mezz’ora di attività fisica per provocare un aumento nel muscolo di una particolare sostanza che permette al glucosio in circolo di essere ben utilizzato e quindi eliminato, anziché depositarsi nell’organismo. Ma sono sufficienti 24 ore di inattività per spegnere la vitalità di questa sostanza. Per questo, la “posologia” di attività fisica non può scendere sotto i 30 minuti al giorno, per cinque-sei giorni.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.