Le “leggende metropolitane” non mancano neppure quando si parla di salute al maschile. E causano danni, perché insinuano dubbi remando contro a una corretta prevenzione. Le principali che circolano sul web e per passaparola le raccontiamo qui, con una raccomandazione: qualunque sia il dubbio, anche se sembra banale, è bene condividerlo col proprio medico, a tutela della propria salute.
Ecco spiegati alcuni falsi miti sulla salute maschile
L’autopalpazione è solo per le donne e riguarda il seno
È unanime il consiglio di eseguire l’autopalpazione dei testicoli dalla pubertà in poi: effettuare una leggera pressione coi polpastrelli su tutta la superficie e verificarne anche aspetto e colore. Se il controllo viene eseguito regolarmente, come durante l’igiene personale, si imparano a riconoscere gli eventuali cambiamenti da segnalare tempestivamente al medico.
Andare in bicicletta fa male alla prostata
La bicicletta va evitata solamente in caso di prostatite, cioè di infiammazione alla ghiandola prostatica. Semplicemente perché potrebbe peggiorare lo stato infiammatorio. Altrimenti, non ci sono controindicazioni, neppure in caso di tumore alla prostata: sta all’urologo valutare se è il caso o meno di sospendere temporaneamente l’attività fisica.
Se è scritto è destino che ci si ammali
Non è proprio così. Gli studi stanno dimostrando che gioca un ruolo lo stile di vita, cioè non fumare, praticare una regolare attività fisica, mangiare sano, cioè frutta, verdura, cereali integrali, pesce e per contro pochi grassi animali. Rispettare le regole del Ministero della Salute relative al consumo di alcolici. Inoltre, in particolare per il tumore del pene, è fondamentale mantenere una buona igiene intima, a partire dai dieci anni. Detergere le parti intime due volte al giorno e quando sarà, anche dopo ogni rapporto sessuale, sollevando il glande in modo da rimuovere bene le secrezioni che si raccolgono nel solco. Sì infine alla vaccinazione anti-papilloma virus, che ha un ruolo importante per la prevenzione del tumore del pene.
In caso di tumore della prostata, c’è solo l’intervento chirurgico
Il tumore alla prostata rimane la seconda causa di morte maschile per cancro dopo quella al polmone. Questo è legato al fatto che negli uomini non è ancora radicata l’educazione alla visita urologica come controllo preventivo. È una forma di trascuratezza che spesso è dovuta alla paura di ricevere una diagnosi, vissuta da molti come un “inizio della fine”. Invece non è così. Il grande progresso di questi ultimi anni è l’approccio alla malattia, che oggi è totalmente diverso da un tempo. E in caso di diagnosi, l’intervento non è più il percorso obbligato.
Non c’è ragione di sottoporsi a controlli annuali, se non ci sono sintomi
Il tumore alla prostata ha la caratteristica di essere una forma silenziosa: i sintomi infatti si manifestano raramente nelle fasi iniziali e quasi sempre danno segno di sé solo quando il cancro ha raggiunto dimensioni elevate. In questa fase compaiono necessità frequente di minzione, difficoltà a iniziare la minzione e a trattenere l’urina, interruzione del flusso, dolori durante la minzione e l’eiaculazione, cali di erezione, sangue nelle urine.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.