È un nastro simile nella forma a quello rosa utilizzato per le campagne informative che riguardano il tumore al seno. In questo caso però è dorato ed è il simbolo che contraddistingue la campagna che riguarda i tumori pediatrici. Si svolge a settembre, il mese scelto da CCI, Childhood Cancer International, la più estesa rete mondiale di genitori, per portare l’attenzione sulle problematiche e sui diritti dei pazienti pediatrici malati di cancro e l’impatto che ha sulle loro famiglie. Per tutto il mese di settembre, si illuminano di luce dorata edifici, monumenti e punti simbolici di Paesi e città e si svolgono numerose iniziative. Ovunque, viene distribuito il Gold Ribbon, cioè il nastro dorato, simbolo dell’Oncoematologia Pediatrica.
Il nastro d’oro per mostrare solidarietà
L’idea di un nastro d’oro risale al 1997 negli Stati Uniti, grazie a un gruppo di genitori che avevano in comune figli con un tumore infantile. La scelta non è stata un caso. L’oro è un metallo prezioso, e preziosa è la vita dei bambini. Ma non solo. L’oro viene lavorato nel corso di un processo che utilizza il fuoco, al fine di trasformarlo in un oggetto forte e resistente. Ed è doloroso e impegnativo il percorso di cure, che i pazienti pediatrici affrontano con resilienza e col pensiero alla vita futura.
Gold Ribbon, l’idea di un gruppo di genitori
A spingere il gruppo di genitori americani nella creazione di un simbolo unico in tutto il mondo era la necessità di incrementare il livello di consapevolezza su queste forme oncologiche, affinché attraverso una maggiore mobilitazione delle persone, si potesse incrementare la ricerca, aumentare il numero di Centri dedicati, aiutare i genitori, garantire ai loro figli cure adeguate al fine di una qualità di vita come quella dei coetanei non malati.
Per chi volesse condividere sui social media esperienze, storie, pensieri, si possono utilizzare gli hashtag #cureall, #ICCD2023 e #ThroughTheirHands.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.