Gabriella Sozzi, ricercatrice dell’Istituto Tumori di Milano, spiega le novità del congresso mondiale di oncologia sui marcatori tumorali. Allo studio test come il Galleri non solo per correggere la terapia, ma anche per la diagnosi precoce di 50 forme diverse di cancro.
Si chiama Galleri il test che è stato ufficialmente presentato durante l’ultimo congresso mondiale di oncologia, ASCO. Secondo i risultati di due studi, uno inglese e l’altro statunitense, questo particolare esame del sangue permetterebbe la diagnosi precoce di 50 forme diverse di cancro con risultati promettenti.
Dati alla mano, la sperimentazione britannica ha coinvolto 5 mila persone con sintomi sospetti e ha permesso diagnosi corrette in due casi su tre, come confermato da ulteriori indagini diagnostiche.
Certo, sono necessari ulteriori studi, sottolineano i ricercatori, ma rappresenta una delle strade da percorrere per battere sul tempo il cancro. Un filone di ricerca, questo, già noto perché riguarda i marcatori tumorali. E che ha già prodotto risultati positivi, come ci racconta Gabriella Sozzi, Direttore della Struttura Complessa Epigenomica e biomarcatori dei tumori solidi, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Quali sono i biomarcatori già in uso?
Ne abbiamo parecchi nella pratica clinica, prevalentemente però non vengono utilizzati per la diagnosi, ma per il monitoraggio della malattia e per capire dall’andamento dei valori se la terapia prescelta sta dando buoni risultati, oppure se al contrario non sta funzionando e va quindi modificata. Ad esempio, tra i marcatori tumorali abbiamo l’alfa-proteina per i tumori dell’apparato gastroenterico, dell’ovaio e dei testicoli, il CA-125 per i tumori ovarici ed altri quali quello del colon retto. il CA 19-9 che è un marcatore presente nel caso del tumore pancreatico e delle vie biliari. Prevedono tutti un prelievo di sangue e un’analisi con apparecchiature di ultima generazione.
Quindi non ne esistono ad oggi nella pratica per la diagnosi precoce?
Il PSA, che tutti conosciamo perché viene prescritto agli uomini per controllare la salute della prostata, è un marcatore. Il problema è che il valore si può innalzare anche in caso di infiammazioni prostatiche e che può dare molti falsi positivi, tant’è che viene definito “imperfetto”. Non lo escludiamo, certo, ma in caso di risultati dubbi, vanno eseguiti altri esami.
Novità per il futuro?
Il Galleri test è quello più avanzato in quanto a lavori scientifici ed è un marcatore specifico per diversi tipi di tumore, perché esamina il DNA circolante nel sangue. Ma non è l’unico.
Ci sono studi che riguardano marcatori innovativi che identificano i micro-RNA, piccolissime molecole, molto specifiche, che vengono rilasciate precocemente dall’organo aggredito dalla malattia e dal sistema immunitario. Il test miRNA è stato scoperto e sviluppato presso il nostro Istituto e lo studio BioMILD ha dimostrato che questo test insieme alla Tac spirale toracica a basso dosaggio di radiazioni, permette una diagnosi precoce del tumore al polmone. Il futuro sarà questo: la combinazione di un test sul sangue per rilevare la presenza di un marcatore tumorale specifico e di un esame strumentale, un mix ad hoc per scovare presto l’organo aggredito dalle cellule tumorali, quando è quasi sempre sufficiente l’intervento chirurgico per debellare la malattia.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.