Il dermatologo Antonino Di Pietro guida i malati oncologici nella scelta di una parrucca o di un turbante che tiene conto delle esigenze della pelle.
I farmaci chemioterapici hanno quale loro funzione primaria quella di aggredire le cellule tumorali inibendone la crescita. Ma nella loro azione possono essere coinvolte anche le cellule sane dell’organismo, compresi i follicoli dei peli e dei capelli. Da qui, la caduta a ciocche dei capelli e uno stato, transitorio, di alopecia. I capelli ricresceranno, certo, ma nel frattempo, si pone il problema di utilizzare, a seconda dei propri gusti, una parrucca oppure un turbante.
Ma quale scegliere? E quali sono le accortezze da seguire? Ecco i suggerimenti di Antonino Di Pietro, Presidente di ISPLAD, Società Italiana Internazionale di Dermatologia, Plastica, rigenerativa ed Oncologica.
C’è stata una grande evoluzione negli ultimi anni per quanto riguarda le parrucche.
La parrucca classica
Il modello tradizionale è composto da una struttura formata da una rete dove vengono infissi i capelli, naturali o artificiali. Viene quindi messa sul cuoio capelluto, posizionandola bene, come se si calzasse un berretto.
Le parrucche classiche di solito durante la notte vengono rimosse, in modo da permettere al cuoio capelluto di respirare. La cute va detersa con cura con un detergente senza alcol: l’ideale è un prodotto per l’igiene della pelle dei bambini, per non aggredire il film lipidico superficiale che chiaramente è più delicato in chi sta seguendo un ciclo di chemioterapia.
I modelli di ultima generazione
La parrucca di ultima generazione invece è una vera e propria protesi e anziché la retina dove vengono applicati i capelli, c’è una calotta di materiale anallergico e traspirante, adatto alla pelle particolarmente delicata di chi ha un’alopecia da chemioterapici. E’ molto morbida e aderisce bene al cuoio capelluto grazie a una colla speciale che la mantiene ferme anche per quattro settimane. In questo modo, la protesi si può utilizzare per esempio quando si fa il bagno, durante l’attività sportiva, in caso di forte vento. Una volta al mese viene rimosa utilizzando dei solventi speciali che sciolgono la colla, si procede alla detersione del cuoio capelluto e della calotta della parrucca in modo da eliminare ogni residuo di colla e a una nuova applicazione.
Turbanti e foulard
Attenzione infine ai tessuti per quanto riguarda foulard e turbanti. È bene evitare le stoffe di indubbia provenienza, perché il rischio è che vengano utilizzati coloranti vietati nel mercato europeo, che possono provocare con facilità reazioni allergiche. Per quanto riguarda invece il tipo di materiale, meglio la seta perché non causa irritazioni e microtraumi alla cute delicata del cuoio capelluto.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.