Trent’anni fa la messa al bando
In quanti alla parola “amianto” associano “minerale”? Probabilmente in pochi. Ma in molti pensano subito ai problemi che causa alla salute, anche gravi. L’amianto infatti è un materiale altamente tossico, il cui utilizzo in Italia fu vietato nel 1992, con la Legge n. 257 del marzo 1992. Da allora, molto è stato fatto. La legge ha segnato un confine tra il “prima”, con l’uso dell’amianto, e il “dopo”, con la formulazione e ideazione di tutto ciò che avesse come obiettivo la salvaguardia della salute e la tutela dell’ambiente. Un lavoro immenso, che è ancora in corso, come dimostra il Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025. Nel documento si sottolinea l’importanza dell’informazione, al fine di contribuire alla conoscenza dell’impatto della problematica amianto sulla popolazione. Comunicazione e informazione sono basilari anche per migliorare le conoscenze sui danni alla salute e su chi potrebbe essere a rischio, al fine di una diagnosi precoce.
Dall’uso massiccio al manifestarsi della malattia: la necessità di trovare un denominatore comune
L’amianto in passato veniva utilizzato pressoché ovunque. Basti pensare che per il suo potere isolante e resistente, a partire dagli anni ’50 lo si impiegava nelle coperture e nell’isolamento di navi e treni, nelle parti meccaniche e nella vernice delle automobili. E ancora in qualsiasi tipologia di costruzione edile: tegole, pavimenti, canne fumarie, tubazioni, vernici, nella fabbricazione di impianti e macchinari e persino nelle tute dei vigili del fuoco. Questo, fino a quando i casi importanti di malattie tra i lavoratori hanno portato i ricercatori a cercarne il comune denominatore, conducendo studi sull’amianto che ne individuarono la dannosità per l’uomo.
Asbestosi e mesotelioma: il rischio continua anche a distanza di anni
I danni che produce possono essere di proporzioni gravi. Le fibre di amianto infatti, soprattutto se inspirate, possono essere la causa di malattie quali l’asbestosi, il tumore ai polmoni e il mesotelioma, una rara neoplasia che colpisce le membrane di rivestimento degli organi interni. Anche a distanza di 15-30 anni. Per questo, in caso di disturbi quali difficoltà respiratorie, tosse che non migliora e talvolta dolore al torace, è bene parlarne col medico per approfondire i sintomi ed, eventualmente, intervenire al più presto con le terapie necessarie. Un’abitudine da seguire sempre quest’ultima, a maggior ragione se in passato si è lavorato a contatto con l’amianto.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.