Valentina

3 min lettura Storie A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
Valentina

Oggi è la giornata mondiale dei reni. 24 ore di attenzione su questi due organi piccoli, con la forma che ricorda quella di un fagiolo, ma estremamente preziosi per la salute. Ce lo ricordano le iniziative in corso, come l’hashtag #GiornataMondialedelRene, creata per condividere emozioni, suggerimenti, esperienze di vita. Come la storia di Valentina, che raccontiamo qui.  

“Avevo 36 anni e una forma di reflusso gastroesofageo insistente che mi accompagnava da anni, ciclicamente. Ed è stato proprio grazie a quel disturbo che ho scoperto il tumore al rene. Ero da poco rientrata dalle vacanze e i sintomi erano ripresi prepotentemente. Ho fatto la gastroscopia, ma non è emerso nulla e così, sospettando un problema alla milza, il medico mi ha prescritto un’ecografia all’addome superiore. Eccola lì, una massa a livello renale. Era settembre 2019. E in quei primi cinque minuti, osservando il referto, mi sono sentita come se qualcuno mi risucchiasse per trasportarmi in un mondo parallelo. Da giovane donna con una vita normale, una casa che mi piace, un lavoro stressante come tanti, gli amici, la famiglia, sono diventata una paziente oncologica. Via tutto, è rimasta la disperazione, la paura di morire, il senso continuo di soffocamento, il pensiero costante di non avere ancora fatto tutto quello che desideravo. Ho prenotato una visita in un Centro oncologico, ho fatto tutti gli esami necessari, i colloqui col chirurgo, ho dato un nome al mio tumore, a cellule chiare. E ho scoperto che si manifesta soprattutto negli over 50 e che lo standard di cura è l’asportazione del rene. Dài Valentina, su, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, ne rimane uno, mi dicevo, ma non riuscivo a convincermi e l’ansia aumentava. Pensavo a tutte le storie che si sentono, hanno aperto e non c’era più nulla da fare…. Erano intaccati entrambi i reni….dialisi……Difficile arrestare il cervello in quei momenti. Mi hanno operata a ottobre di quello stesso anno. Nel pomeriggio è venuto a vedermi il chirurgo e mi ha raccontato che erano riusciti ad asportare solo un lembo del rene. Lo abbiamo tagliato in due come si fa con un panino, mi ha spiegato, ed eliminato tutta la parte intaccata, che era pure in un punto scomodo da raggiungere. Ma da uno a mille, quanto è stata poetica quella descrizione? Ero dolente, assonnata, ma felice. E lo sono stata ancora di più quando gli esami hanno confermato che era stata fatta “piazza pulita”. Insomma, niente radio oppure chemioterapia, ero a posto così. Sono tornata in ospedale dopo sei mesi, in un mondo che nel frattempo era cambiato, c’era il lock-down, era aprile 2020. Ho fatto gli esami e sono risultati negativi, che sospiro di sollievo. Ora ripeto i controlli ogni sei mesi, andrò avanti con questo calendario fino al 2024, poi si vedrà. Sono tornata al mio tran-tran, non devo seguire particolari regimi alimentari, devo solo stare attenta all’alcol e mangiare sano come dovrebbero fare tutti. Sto bene, ma quel periodo è rimasto dentro di me, c’è una sottile ansia che ogni tanto affiora ma non la scaccio. Perché mi ricorda di gustarmela questa mia vita.”

Redazione LILT
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