Storie di volontariato: Roberto e l’importanza della presenza

3 min lettura Storie A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
Storie di volontariato: Roberto e l’importanza della presenza

Quello di Roberto Tosti è un racconto di empatia, supporto e gratitudine nel reparto di chirurgia toracica dell’Istituto tumori.

Roberto Tosti, 61 anni, è volontario LILT da due anni. Il suo impegno è di due giornate a settimana all’Istituto Nazionale dei Tumori nel reparto di chirurgia toracica, ma si occupa anche di seguire un malato oncologico a casa di quest’ultimo, con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita.

Roberto ci ha raccontato le sue giornate tipo, tra sorrisi, paure e tante gratitudine.

Di cosa si occupa Roberto

“La mia attività in reparto è una attività che è al supporto dei pazienti“, ci racconta. “Ci occupiamo di dare al paziente tutte le informazioni sulla vita ospedaliera del reparto e tutte quelle legate alla condizione di malato oncologico. Siamo dei volontari pronti ad ascoltare il paziente e ad aiutarlo in piccole cose materiali di cui può avere bisogno durante la degenza. In reparto cerco di creare con il paziente una relazione empatica. E’ importantissimo avere la voglia di entrare nel paziente, nelle sue problematiche, e avere la volontà di ascoltarlo, di essere presente. Non necessariamente bisogna dare delle risposte, ma essere presente e aiutarlo a liberarsi anche di pesi di cui forse non riesce a liberarsi con la propria famiglia”.

La forza di un gesto: storie di speranza

Ci sono tanti episodi che Roberto ricorda: “dal sorriso che il paziente ti dona e che ti fa capire che sei riuscito a distoglierlo dai suoi problemi, oppure dal quarto d’ora di chiacchiera che fai con un paziente che sta per andare a essere operato, fino al ringraziamento che ti dà per avergli fatto passare un momento senza pensare all’operazione”.

Poi ci sono episodi un po’ più particolari che hanno aiutato Roberto a “capire che era importante esserci più che fare cose, essere presente con le persone. Uno è relativo a una malata che che ho conosciuto, che sono andato a trovare due o tre volte durante il periodo di degenza, e che in una delle prime visite, in cui si era già creato un rapporto empatico, mi ha raccontato della sua vita e di alcuni problemi che l’avevano molto segnata nella sua vita. Mi ha chiesto come avrebbe fatto ad andare avanti sopportando anche quest’ulteriore dolore che legato alla scoperta del tumore. Si domandava come poteva ancora avere fede in Dio. Ecco, questa era una domanda a cui non ho risposto. Sono rimasto lì con lei, le ho preso la mano e siamo rimasti in silenzio. Dopo qualche giorno sono andato a trovarla di nuovo, sono entrato nella camera e lei stava ascoltando la messa. Questa cosa chiaramente mi ha sorpreso rispetto a quello che mi aveva detto i giorni precedenti, ma lei mi ha detto sorridendo di aver ritrovato la fede anche grazie al mio supporto”.

Cosa sapere prima di diventare volontari


Roberto consiglia a tutti di fare volontariato tenendo presente di avere “tempo da dedicarci. Perché è una cosa seria, è una cosa che dà molto. Il volontariato è diventato sempre più importante per la mia vita. Mi fa star bene, mi completa. Ogni volta che termino una visita o il reparto a domicilio, mi sento bene. Mi aiuta a restituire quello che la vita mi ha dato. Posso sicuramente dire che ho ricevuto molto di più o sto ricevendo molto di più di quello che sto dando. È inutile nasconderci che il volontariato ha anche una componente egoistica. Lo facciamo tutti anche perché sappiamo che ci fa stare bene. Però doniamo anche tanto e quel donare ai pazienti serve, serve tantissimo”.








Redazione LILT
Roberto Tosti
volontario LILT