Nadia scopre di avere un tumore nel 2012, a 49 anni: un carcinoma mammario aggressivo la costringe a una mastectomia, due cicli di chemioterapia, un mese di radioterapia e due interventi di ricostruzione. Un percorso lungo e doloroso all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, durante il quale le forze vengono meno e persino camminare diventa faticosissimo. Nadia si ritrova a trascinare i piedi. Non se ne accorge direttamente, è il marito a farglielo notare. “Una mattina non riuscivo neppure a salire sul marciapiede – ci racconta – e per me è stato particolarmente destabilizzante non riuscire a muovermi”.
Camminare è il primo passo di rinascita
C’è voluto più di un anno perché le forze tornassero. Quando Nadia riprende a fare attività fisica tutto sembra più emozionante di prima. Camminare a passo spedito è stato un po’ come ritrovarsi. Nadia riprende lentamente a fare attività sportiva e poco per volta inizia a correre: diventa persino tesserata Fidal e partecipa a gare agonistiche.
Nadia tedofora alle Olimpiadi invernali
Nel 2017, quasi per caso, passeggiando in pausa pranzo tra i grattacieli milanesi di Porta Nuova, Nadia nota un cartellone che pubblicizza la ricerca, da parte di uno dei principali sponsor olimpici, di cittadini italiani da inviare come tedofori alle Olimpiadi Invernali in Corea del Sud. C’è un solo requisito per la selezione: avere realizzato un sogno e volerlo condividere. Quel cartellone parla proprio a lei. Così decide di provarci e invia la sua storia, senza troppa convinzione. Invece nel giro di pochi giorni arriva la conferma della partecipazione. Parte da Malpensa con altre 19 persone che hanno una storia da raccontare. Oltre 11 ore di volo la portano a Seul. Il 6 gennaio 2018 tocca a lei e al suo sogno: porta la fiamma olimpica per 3 minuti, con il cuore che batte a mille e la concentrazione al massimo. Il suo primo pensiero è a tutte le donne che hanno vissuto la stessa esperienza di malattia.
I tre minuti di testimonianza volano: è il momento di passare la fiaccola a un altro tedoforo. Tutto è così veloce che Nadia quasi non se ne rende conto. Solo quando si rivede nelle immagini capisce davvero cosa ha vissuto. Quella torcia, accesa nei pensieri nei momenti più bui della malattia, non si è più spenta.
Un nuovo sogno: diventare volontaria LILT
Nel 2020 Nadia realizza un nuovo sogno: diventa volontaria LILT, nella raccolta fondi, per condividere l’impegno di chi ogni giorno cerca di ridurre l’impatto dei tumori sulla società e stare accanto ai malati oncologici.
Oggi la corsa non è più così prioritaria per lei. Nadia ha scoperto il Dragon boat: sul Naviglio pagaia due volte alla settimana con altre donne operate di tumore al seno con la squadra C6 Siloku. “Lo sport è sempre stato la forza che mi ha permesso di andare avanti anche nei momenti più difficili e di non cadere mai in depressione: ora c’è lo stimolo in più di farlo con altre donne che hanno vissuto la mia stessa esperienza”.
Intanto l’esperienza da volontaria in LILT continua. Bastano poche ore per aiutarci a stare accanto a chi vive l’esperienza di tumore. Ci sono molti modi per farlo.
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