Abbiamo incontrato la dottoressa Maura Massimino, che da 35 anni lavora nella struttura complessa di Pediatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori e oggi ne è Direttore, per farci raccontare in che modo il progetto Child Care risponde ai bisogni dei piccoli pazienti oncologici.
Cosa è per lei il progetto Child care?
È un progetto per prendersi cura come dice la parola stessa. È tutto quello che noi vorremmo fare per i nostri bambini, che non possiamo fare direttamente facendo i medici e vivendo nella struttura ospedaliera.
Quindi è un progetto di accoglienza, di solidarietà, e anche di facilitazione di tutto quello che rappresenta l’avvicinarsi a un ospedale così complesso con malattie così difficili che spesso condizionano anche il cambiamento radicale, forse addirittura per sempre, delle abitudini.
Passiamo dall’accoglienza nelle Case del Cuore, per cui i bambini che abitano lontano da Milano ma anche quelli che abitano più vicino ma che hanno bisogno di stare in un luogo protetto per un certo periodo di tempo, per esempio durante il trattamento radiante, possono stare vicino a noi e avere tutte le sicurezze di un luogo pulito, sicuro e di amicizia e contemporaneamente avere la protezione della struttura ospedaliera.
Oltre a questo, di cui non potremmo più fare a meno e soprattutto non potrebbero più farne a meno le nostre famiglie, e che ci tengo a sottolineare non si è mai interrotto nemmeno durante i periodi più gravi della pandemia, abbiamo numerosi altri tasselli per il benessere dei nostri pazienti, che devo dire coincide anche con il nostro benessere. Sapere che un bambino è più contento e i suoi genitori sono più sicuri fa star meglio anche noi.
C’è un progetto di animazione ed educazione per cui ci sono degli educatori che sostengono tutti i giorni dell’anno la compagnia dei nostri bambini, anche nei pomeriggi dei giorni festivi. C’è un dentista loro dedicato con attrezzatture e attenzioni particolari per i pazienti che spesso hanno difficoltà per numerosi motivi. Vi assicuro che un paziente che è in trattamento per una neoplasia, soprattutto se è un bambino, ha difficoltà ad incontrare qualcuno che si occupi di problemi di ortodonzia e pedodonzia.
Perché quindi è importante continuare a sostenere il progetto Child Care?
Credo che quello che ho detto renda implicito il fatto che, una volta che è stata avviata la risposta a un bisogno, purtroppo il bisogno non finisce anzi si moltiplica e si rende anche più complesso, come abbiamo avuto tutti l’esperienza diretta con la pandemia. Anche l’allargamento dei confini del mondo ci rende più esposti a situazioni socialmente ed emotivamente difficili, oltre a quella più semplicemente, si fa per dire, del tumore. Continuare a sostenere il progetto Child Care vuol dire continuare a sostenere tutti i bambini. Non solo i bambini “fortunati” che possono arrivare qua con le loro famiglie facilmente, ma anche tutti i bambini che hanno bisogno di assicurazioni perché arrivano da parti del mondo molto più svantaggiate.