Manawi Poorna Silva Nacayanandi, Cristina Spagnulo e Orietta Ferrero sono le tre protagoniste della campagna Nastro Rosa 2024. Indossano fiere i guantoni da pugilato e lanciano una sfida: quella di volersi bene, facendo prevenzione. Ognuna di loro è legata a LILT per motivi differenti.
Quando si tratta di prevenzione non bisogna mai “gettare la spugna”. I controlli devono essere regolari, a tutte le età. Proprio per questo motivo, per la campagna Nastro Rosa 2024, LILT ha scelto tre donne di età diverse che posano con i guantoni da pugilato facendosi portatrici del messaggio: “prevenire è vivere”.
Manawi Poorna Silva Nacayanand, ambasciatrice alla salute
“Spesso le persone straniere che vivono in Italia non pensano alla propria salute perché non sanno parlare la lingua del posto, ma è importante che qualcuno le aiuti a comprendere il contesto sanitario in cui vivono”.
Sono le parole di Manawi Poorna Silva Nacayanandi, italiana di origini Srilankesi e Ambasciatrice alla salute di LILT, una figura chiave per superare le barriere linguistiche all’interno delle comunità straniere, promuovendo prevenzione e diagnosi precoce dall’interno.
“Durante il mese di ottobre faremo un incontro con i medici di LILT al tempio e io faciliterò la comunicazione con chi non parla italiano all’interno della mia comunità. Fare da mediatrice per la mia comunità su temi sanitari è motivo di orgoglio perché si tratta di argomenti importanti che gli srilankesi pongono spesso in secondo piano a causa delle difficoltà linguistiche. Ma prendersi cura di sé è vitale. Tutto quello che so sui tumori è grazie a LILT. Senza questa realtà penso che non sarei molto informata”.
Manawi si sta laureando in politica e diritto internazionale e lavora come interprete per il tribunale. Ha collaborato anche con il Consolato Srilankese. Per Manawi indossare i guantoni per la campagna Nastro Rosa è stato “Interessante anche perché è stata la mia prima volta in uno studio fotografico e la prima volta in cui sono stata truccata da una professionista. Mi sono divertita molto e trovata benissimo. Sono attività che aumentano la consapevolezza, è una causa importante”.
Cristina Spagnulo, sopravvissuta a un tumore e volontaria LILT
Indossa i guantoni rosa della campagna ma il suo match lo ha già vinto. Cristina Spagnulo, che nella vita insegna danza ai bambini e agli adulti, ha sconfitto un tumore al seno scoperto nel 2022. “Ho fatto il controllo annuale e andava tutto bene ma pochi mesi dopo mi sono accorta che qualcosa non andava perché un seno mi si era leggermente gonfiato”, dice. Non era un periodo molto sereno per lei perché “con la pandemia la scuola di danza era stata messa alle strette e rischiava di chiudere”. Una fase conclusa positivamente, sia per quanto riguarda il lavoro che per il tumore, debellato dopo chemioterapia, con annessa perdita di capelli e di sopracciglia, mastectomia e radioterapia. Anche se, confessa oggi Cristina “ancora un po’ di timore c’è quando faccio le visite, ma è meglio sapere che rimanere con il dubbio e rischiare grosso”.
LILT le è stata accanto come una famiglia durante il periodo di cure, ma già la conosceva prima perché Cristina è volontaria nell’ambulatorio di ginecologia all’Istituto Nazionale tumori di Milano da 20 anni. “Ho deciso di fare volontariato a LILT un po’ per caso. Stavo facendo il lavoro che volevo, mi ritenevo fortunata e avevo del tempo libero da dedicare a chi lo era meno- dice- All’inizio non credevo che sarei stata all’altezza, mi sembrava un ambito pesante e allo stesso tempo delicato. Invece mi hanno selezionata”.
Per Cristina la prevenzione “conferisce un’attenzione maggiore verso il proprio sé. Il tumore mi ha ancora più convinta dell’importanza di fare controlli. Io sono stata molto fortunata perché era un tumore molto aggressivo ma preso in tempo. L’aspetto positivo è stato che facendo i vari esami istologici hanno appurato che era tutto negativo. La mia grossa fortuna invece è stata riuscire, durante questo periodo, a ballare. Ho fatto anche spettacoli con la parrucca. Mi dava una forza incredibile perché ero mentalmente impegnata con altro. Per lo stesso motivo, ho continuato anche a fare volontariato. Non volevo cambiare più di tanto la mia vita”. Ora Cristina si sta sottoponendo a dei controlli ogni sei mesi e sta bene.
Orietta Ferrero, a LILT da oltre dieci anni
“La raccolta fondi è fondamentale per una realtà come LILT perché alimenta la missione e genera opportunità di salute per tutti. Questa concretezza rende il mio lavoro appassionante e gratificante”. Orietta Ferrero indossa i guantoni tutti i giorni quando si dedica al suo lavoro di fundraiser. È nata in India, è architetta e ha viaggiato per tutto il mondo per lavoro e la famiglia. Poi si è avvicinata al non profit, prima ambientale e culturale e poi socio-sanitario, arrivando a LILT nel 2011 nell’area raccolta fondi, per occuparsi della relazione con le aziende e i grandi donatori.
“Sposo intimamente questa realtà per il valore che crea per le persone. E mi rendo conto che questo valore è percepito e condiviso da chi ci sostiene. Il mio compito è di promuovere la responsabilità sociale ma, quando si parla di prevenzione, la sensibilità è sempre alta. La salute è uno dei beni più preziosi”.
Orietta è sensibile al tema della prevenzione anche perché ha avuto esperienze di tumore in famiglia. “Mia madre ne ha avuti due, mentre mio padre ne ha avuto uno alla cute quando lavorava in Africa. Tutta la mia famiglia fa prevenzione. L’attenzione al proprio corpo è attenzione alla percezione che ognuno ha di sé, è volersi bene”.