Per le vie della città, in montagna o tra le colline. Sembra ancora di riconoscere la figura del gigante buono, così lo chiamavano amici e familiari, mentre sfreccia in bicicletta. Francesco aveva scoperto in età matura una passione incontenibile per le due ruote e nel tempo libero non perdeva occasione per salire in sella. Nell’ultimo anno aveva percorso 7.320 chilometri e l’aveva raccontato con orgoglio alla sorella Stefania, la persona a cui era più legato dopo la perdita dei genitori.
Ed è proprio a lei che, quando ha scoperto di avere pochi giorni di vita, ha confidato il suo ultimo desiderio: una donazione a LILT. Un sostegno al servizio di accompagnamento alle terapie, unico sollievo nella sua breve esperienza di malato terminale.
Stefania, lei e Francesco come avete conosciuto la nostra associazione?
Abbiamo avuto i primi contatti con LILT quando mia cognata è stata ricoverata all’Istituto Tumori di Milano. In quell’occasione avevamo cercato aiuto per imparare ad assisterla e l’avevamo trovato nell’associazione.
Abbiamo ricontattato LILT quando a mio fratello, 58 anni, è stato diagnosticato un tumore allo stomaco con metastasi alla colonna vertebrale e compromissione di otto organi vitali. Un unico sintomo: un banale mal di schiena a cui non aveva dato peso vista l’età e le maratone in bici. Ma da lì a poco il dolore è aumentato fino a impedirgli di assumere qualsiasi posizione. Poteva essere trasportato solo su una sedia a rotelle, anche per la sua imponenza fisica. Era alto 195 centimetri e pesava 95 chili. Era difficilissimo accompagnarlo in ospedale, non riuscivamo neanche con i taxi.
Eravamo disperati di fronte a una difficoltà che ci sembrava un ostacolo insormontabile al percorso di cura. A quel punto ci siamo ricordati di LILT. Con i vostri mezzi attrezzati avete trasportato Francesco alle terapie e avete risolto il problema.
Francesco ha apprezzato il servizio di accompagnamento alle terapie di LILT?
Quando mio fratello ha capito che gli restava poco tempo da vivere, benché sfinito dalla malattia, mi ha dato istruzioni. Mi commuovo ancora a ripensarci. Mi ha detto: “Questo furgoncino mi ha dato la serenità. Se vorrai fare qualcosa, mi farà piacere se aiuterai la quotidianità già difficile dei malati”. Nella disperazione di quei giorni, ci siamo resi conto entrambi di quanto può fare bene a un malato un piccolo gesto come l’accompagnamento in ospedale.
Un gesto generoso. Era un tratto del carattere di suo fratello?
Era generoso ma non sapevo quanto. Ne ho avuto consapevolezza solo dopo che è mancato. Diverse persone mi hanno raccontato che aveva appuntamenti fissi con loro in settimana: leggeva favole a un anziano ipovedente la domenica sera, con un altro giocava a carte e in vacanza si dedicava al volontariato culturale. La sua era una generosità concreta ma silenziosa, senza bisogno di pubblicità.
Cosa prova dopo la perdita così rapida di un fratello sensibile a chi soffre?
Sento il bisogno di lanciare tre messaggi forti perché non si ripetano esperienze di malattia come quella di Francesco. Il primo è di fare sempre esami regolari di diagnosi precoce. Il secondo è di prestare un’attenzione supplementare alla vostra salute se avete familiarità o tumori pregressi come mio fratello. Il terzo è di praticare sport con un’intensità compatibile all’età, alle condizioni fisiche e alla preparazione atletica che avete. Mio fratello ha chiesto molto, forse troppo al suo corpo, perché aveva passione per il ciclismo ma anche perché desiderava perdere peso rapidamente.
LILT le ha proposto di ricordare Francesco con una dedica su un veicolo Fiat Qubo destinato all’accompagnamento dei malati. L’idea sarebbe piaciuta a suo fratello?
Ho apprezzato subito l’idea di legare il nome di mio fratello a uno dei mezzi di trasporto più grandi del parco auto di LILT, che mi ricorda il furgone che lo aveva trasportato alle terapie. Anche a Francesco sarebbe piaciuta. Per me sarà come sapere che lui continua a sfrecciare per le strade su quattro anziché su due ruote senza fermarsi mai, alleviando le pene dei malati che soffrono come lui ha sofferto.
Consiglierebbe una donazione in memoria a LILT per ricordare una persona cara?
Ci tengo a dire una cosa: non serve essere generosi per fare donazioni, tutti possiamo farle e le opportunità sono pressoché infinite. Sono le situazioni della vita, come quella che è capitata a Francesco, che ci fanno capire quanto le donazioni possono essere preziose.