La testimonianza di Concetta: suo figlio di 4 anni deve affrontare terapie oncologiche lontano da casa. I viaggi dalla Sicilia a Milano con lui, le paure ma anche il desiderio di regalare al piccolo un po’ di normalità. LILT li ha accolti in una delle Case del Cuore.
Coltivare la normalità, per non farsi portare via del tutto la quotidianità di prima: prima della malattia. Questo è l’imperativo che Concetta, 38 anni, si ripete ogni giorno, da quando, un anno fa, al suo bimbo di 4 anni hanno diagnosticato una patologia oncologica. Da allora sono iniziati i lunghi viaggi dalla Sicilia alla Lombardia. A volte sono anche di 20 ore, tra un mezzo e l’altro ed è un percorso da compiere anche più volte al mese. I due figli più grandi restano con la nonna e lei parte, con il piccolino di famiglia, per Milano, dove all’Istituto Nazionale dei Tumori affrontano le terapie necessarie.
15 febbraio: Giornata mondiale
Anche oggi, 15 febbraio, sono a Milano ed è un giorno particolare. Si celebra la Giornata mondiale contro il cancro infantile, promossa con l’Organizzazione mondiale della salute da “Childhood cancer international”, rete globale di associazioni guidata proprio da genitori di bambini e adolescenti con tumori o leucemie.
Concetta ricorda che guardare la malattia oncologica pediatrica dal punto di vista di una mamma è la prospettiva più dolorosa, più difficile, ma al tempo stesso non c’è abbastanza tempo per pensarci, nell’urgenza di quello che si deve affrontare e nel bisogno di ritagliarsi, comunque, la normalità.
Casa del cuore: per vivere la quotidianità
LILT, in questo, le è venuta in aiuto: la famiglia ogni volta che arriva a Milano viene accolta in una delle Case del cuore, le strutture a disposizione di chi deve recarsi lontano da casa per le cure. Qui LILT fornisce l’assistenza, anche umana e psicologica, necessaria per affrontare i delicati momenti della malattia e della terapia. L’accoglienza viene prima di tutto.
“L’aiuto di LILT è prezioso perché non doversi preoccupare di cercare un posto ogni volta che veniamo a Milano – ricorda Concetta – è un grande sollievo. Qui inoltre, viaggio dopo viaggio, ho imparato a conoscere la zona attorno alla Casa del Cuore. Così, uscire per fare la spesa o andare al parco più vicino è diventato un gesto quotidiano che aiuta”.
La Casa del Cuore è diventata una sorta di porto sicuro tra gli alti e bassi della malattia.