Daniela è stata costretta due volte a “indossare i guantoni” per lottare contro un tumore. A 21 anni per un osteosarcoma al femore, a 34 anni per un carcinoma mammario. Una storia difficile, con percorsi di cura complessi e delicati, ma lei non si è mai fatta mettere al tappeto.
“Ricevere la diagnosi è una sensazione orrenda: ti senti come se fossi paralizzata, vieni trasportata in un’altra dimensione e speri fino all’ultimo secondo che quel referto sia sbagliato. Tutto questo io l’ho vissuto due volte” racconta mentre ha scelto di condividere con LILT Milano Monza Brianza una giornata al ring in piazza San Carlo a Milano. Un allestimento realizzato nei primi giorni di ottobre, per la Campagna Nastro Rosa 2022, che vuole essere il simbolo di un chiaro messaggio: “Join The Fight“, dobbiamo combattere tutti insieme per sconfiggere il tumore al seno.
“La seconda volta sai benissimo cosa ti aspetta”
La determinazione di Daniela è lì, nella scelta di salire su quel ring e nella sua forza, tutta da vedere e da ammirare: “La seconda volta che ricevi una diagnosi di tumore sai benissimo cosa ti aspetta: basta una parola e senti di nuovo il rumore che accompagna le terapie, l’odore delle medicine, la nausea dei cicli di cura. Vedi già i capelli che cominciano a diradarsi e il corpo che, lentamente, si trasforma e che fatichi a riconoscere”.
Gli affetti, gli angeli in corsia e la solidarietà tra pazienti
Ma sul ring della malattia Daniela non si è mai sentita sola. “A darti forza ci sono le relazioni affettive: i genitori e il compagno di una vita, che ha vissuto con me la prima malattia da fidanzato e la seconda da marito”. Una seconda volta che è stata resa complicata dal Covid e dai protocolli necessari per tutelare chi nel percorso di cura è particolarmente fragile.
Oggi c’è un’immagine ricorrente: i propri cari costretti a rimanere in auto o fuori dall’ospedale, in attesa, e lei che cerca lo stesso di trovare un sorriso sotto la mascherina d’ordinanza, contando, uno dopo l’altro, i giorni di terapia. La pandemia costringe alla lontananza dagli affetti, ma in ospedale, all’Istituto Nazionale dei Tumori, hanno fatto di tutto per non farla sentire sola.
“Accanto avevo i miei angeli in corsia: medici e infermieri che si prendono cura di te sotto ogni punto di vista, ti prendono per mano e non ti lasciano mai”. Eppoi c’è la solidarietà tra pazienti: anche quella non viene mai meno. Ci si aiuta a vicenda, con i gesti ma anche con le parole, che sono il veicolo di condivisione.
La forza di guardare avanti e sapersi rialzare
Daniela ha scelto di essere sul ring per mandare un messaggio a tutte le donne che come lei combattono contro il tumore al seno. “Spesso mi chiedono se la chemioterapia faccia male. Beh, dipende da cosa si intende per “far male”. Ti mette alla prova, goccia dopo goccia, ma sta a te rialzarti giorno dopo giorno e ciclo dopo ciclo. Ci sono momenti “no”, cavoli se ci sono, ma piano piano devi andare avanti e sai soprattutto che dipende solo da te: lo fai per il tuo bambino, lo fai per i tuoi cari, ma lo fai soprattutto per te stessa”.
La malattia cambia, non solo fisicamente.
“Capisci cosa conta davvero nella vita. E lotti: lotti per riuscire a sopravvivere, lotti in silenzio tra una lacrima e l’altra, lotti perché la vita è bella. Lotti soprattutto perché la vita è un dono”.