Anne Attard ha avuto un tumore al seno nel 2021. Per superare la malattia si era prefissata tre obiettivi: sposarsi, diventare avvocata e fare un figlio. Oggi, grazie allo Spazio Parentesi, vede la vita in modo diverso e ci racconta la sua storia di rinascita.
Anne Attard ha 38 anni. Ha origini inglesi, nella vita fa l’avvocato e ha sempre il sorriso. Ha una chioma incontenibile di capelli folti, scuri e ricci e si fa fatica a immaginarla senza. Eppure c’è stato un periodo in cui Anne non ha avuto capelli perché stava facendo le chemio. Nel 2021 le viene diagnosticato un tumore al seno in un nostro ambulatorio. Oggi è una cancer survivor e, in occasione del Cancer survivor day, ci racconta la sua storia.
La scoperta del tumore grazie alla prevenzione
Anne fa prevenzione da sempre. Nel 2021 prenota un’ecografia di controllo in un nostro ambulatorio e l’ecografa le dice che qualcosa non va. “Sono uscita in lacrime, spaventatissima”, ci racconta. “Dopo poco tempo il chirurgo mi ha detto che si trattava di un tumore maligno e aggressivo, dal quale però sarei guarita. Non avevo metastasi e rispondevo bene alla chemio”.
In questo periodo sono tre gli obiettivi che Anne si prefissa: sposarsi, dare l’esame da avvocato e diventare mamma. Quest’ultimo desiderio Anne lo mette in lista d’attesa facendo la conservazione degli ovuli. “Non era ancora il momento, non potevo. Mentre facevo la chemio però ho deciso di diventare avvocato perché volevo spostare il focus dalla malattia. Non volevo pensarmi malata. Avevo qualcosa che dovevo combattere e affrontare. Quindi ho iniziato a studiare. Ero stanca ma contenta. Ho dato l’esame da avvocato, di cui sono molto fiera. Fare questo lavoro per me significa aiutare qualcuno davvero, ci metto l’anima”. Nel 2022 infine arriva anche il matrimonio: “A dicembre, con il freddo. Abbiamo festeggiato Capodanno a New York!”.
“La luce in fondo al tunnel c’è, devi solo raggiungerla”
Il supporto per chi ha un tumore è fondamentale. “Mio marito mi è sempre stato vicino. Mi ha sempre detto di pensare che sarei guarita perché sono forte“, racconta Anne e aggiunge che “non tutti sono in grado di aiutarti. Mia madre, ad esempio, non voleva parlarne e secondo me non farlo non è sano perché non è colpa tua la malattia. La vita purtroppo riserva anche questo. Lo dico come consiglio ai parenti di chi ha un tumore, ma anche a chi lo vive sulla propria pelle: bisogna parlarne e affrontarlo. Io volevo far capire a mia madre che ero malata ma che sarei guarita. Questo era il focus che mi davano tutti i medici. La luce in fondo al tunnel c’è, devi solo raggiungerla“.
Anne si rivolge anche a tutte le altre persone: “A me pesava l’atteggiamento e gli sguardi di chi ti osserva come se fossi un appestato. Non è così. Io andavo in giro anche senza capelli e non mi interessava, mi sentivo bella lo stesso. Ma gli sguardi degli altri ti fanno sentire brutta e inadeguata. Fregatevene: siete belli e dovete affrontare la vita!”.
La rinascita grazie a Spazio Parentesi
Spazio Parentesi ,il nostro luogo rigenerativo per pazienti ed ex-pazienti oncologici e i loro familiari, che Anne frequenta da ormai qualche mese, è stata una “bellissima scoperta. Qui ho trovato una seconda famiglia. Se vuoi parlare dei tuoi problemi ne parli, se non vuoi, non lo fai. Qui ridi, scherzi, ti senti coccolato, impari dagli altri e impari ad affrontare le difficoltà e a prender la vita con leggerezza. Impari anche a ritagliare del tempo per te e a spegnere i telefoni e concentrarti solo su te stesso. Qui si stringono tante amicizie vere perché chi ha affrontato questa malattia ti capisce. Poi ci sono tante attività: Tai-chi, tangle-art, yoga, pittura… Ti metti alla prova con cose che non sai fare. Io non sapevo tenere in mano un pennello e ora dipingo. Inoltre ti metti in gioco anche con il tuo fisico e scopri che puoi fare cose che non credevi. E poi, si mangia insieme e soprattutto si sbaglia insieme. Qui nessuno viene giudicato”.
E ora? “Posso diventare mamma“
Il 22 giugno Anne sta pensando di partecipare al Cancer survivor day in piazza del Duomo. “Sicuramente è una bella iniziativa, lo yoga aiuta tanto a calmare la mente e farlo all’aperto in piazza del Duomo penso sia molto suggestivo. Se le persone come me hanno voglia di parlarne e tirare fuori quello che magari hanno tenuto dento, fa bene a noi stessi e agli altri perché la malattia non è una colpa ma una parentesi e rinascere significa accettarla. Siamo persone diverse dopo la malattia ma anche persone migliori. E’ stata una doccia fredda per me il tumore che però con il tempo mi ha fatto vedere la vita in modo diverso”.
Ora Anne e il marito hanno il via libera da tutti i medici. Possono diventare genitori e ci stanno provando. “Si tratta di un desiderio importante perché rappresenta un riscatto. Voglio pensare che la vita mi riservi solo cose belle e importanti”, conclude.