Il 27 dicembre 2020 è già nella storia: primo giorno di vaccinazione in tutta Europa e l’inizio della fine del lungo tunnel che tutti abbiamo percorso a causa della pandemia da Sars.Cov19. Ora è partito, oppure è in fase di partenza a seconda dei singoli programmi regionali, il secondo step del piano vaccinale che prevede fra le altre la vaccinazione degli over 80.
«Il nostro auspicio è che vengano a breve coinvolti anche i pazienti oncologici, che sono tra le categorie più fragili e maggiormente esposte ai rischi di contagio, come ci hanno dimostrato anche i numeri emersi nel corso della prima ondata della pandemia», ci spiega il professor Marco Alloisio, presidente di LILT e primario di Chirurgia toracica di Humanitas.
«Certo, sarà una vaccinazione da valutare a seconda dei casi, dando la priorità ad esempio a chi sta per iniziare un trattamento immunosoppressivo e in generale ai pazienti che, oltre alla malattia oncologica, presentano altri fattori di rischio come obesità e diabete, che potrebbero incrementare le probabilità di contagio».
Scopriamo quali sono le caratteristiche del vaccino contro il Coronavirus.
A ciascuno il suo
Ad oggi sono disponibili tre vaccini, chiamati comunemente col nome delle Aziende produttrici: Biotech/Pfizer e Moderna, già utilizzati, e AstraZeneca in fase di distribuzione.
Agli under 55 senza fattori di rischio come diabete, obesità, malattie cardiovascolari e oncologiche, per citare solo le principali, viene destinato Astra Zeneca. Ma attenzione. È vero che l’efficacia di questo vaccino è pari al 62%, contro il 95% degli altri due, ma in caso di contagio, dagli studi ancora in corso sembrerebbe che l’infezione possa presentarsi in una forma meno grave, che non richiede il ricovero in ospedale. A chi invece ha fattori di rischio, così come a tutti gli over 55, vengono riservati Biontech/Pfizer e Moderna.
Dopo la vaccinazione
La protezione non è immediata con la prima dose ed è per questo che è fondamentale continuare a mantenere le regole ben conosciute. Sono necessari, infatti, circa 20 giorni affinché il sistema immunitario inizi ad armarsi ed è con la seconda dose che si completa la protezione contro il Sars-Cov 2, che è del 95% circa nel caso di Biontech/Pfizer e di Moderna e del 62% nel caso di Astra Zeneca. Al momento inoltre, mascherina, distanziamento e igiene delle mani sono regole che vanno mantenute anche dopo la vaccinazione dal momento che è ancora troppo bassa la percentuale di persone “coperte” dal vaccino.
Avvertenze per chi è allergico
L’indicazione è di parlarne con lo specialista in allergologia, soprattutto se sono già verificati episodi anafilattici in passato, in modo da verificare rischi e benefici della vaccinazione. Va detto anche la vaccinazione viene sempre eseguita in ambiente protetto ed è necessario, dopo l’iniezione, rimanere almeno 15 minuti sotto osservazione, proprio per intervenire tempestivamente in caso di reazione allergica con le terapie necessarie.
Effetti collaterali
Nella maggior parte dei casi gli unici problemi che si verificano sono dolore al braccio nella zona dell’inoculazione del vaccino, che si risolve con applicazioni di ghiaccio, spossatezza, mal di testa, dolori muscolari e un lieve rialzo della febbre, che si risolvono stando a riposo. In una piccola percentuale dei casi, inoltre, i sintomi possono essere più accentuati come ad esempio febbre anche a 39 gradi per una giornata intera, che migliorano con riposo e antifebbrile. Va da sé che in ogni caso, se i disturbi non migliorano oppure se provocano ansia, è sempre meglio avvisare il proprio medico.
Vaccino dopo la malattia
I dati dicono che nell’arco di circa sei mesi, chi ha avuto la malattia perde gli anticorpi sviluppati naturalmente. Per questo anche chi ne ha già sofferto viene invitato a vaccinarsi, nei tempi e modi suggeriti dal proprio medico curante.
A proposito delle varianti
C’è molta ansia per quanto riguarda le varianti, che sono giunte ormai anche in Italia, ed è anche per questo che in tutte le Nazioni del mondo si sta accelerando per vaccinare la popolazione. Con una minore circolazione del virus, infatti, diminuiscono le probabilità che il virus replichi. Va detto anche che i ricercatori avevano già “messo in conto” questa possibilità, perché fa parte della natura dei virus a RNA, come il Sars-Cov2 e stanno già lavorando in tal senso: succede ad esempio anche per quello dell’influenza, altro virus a RNA, che proprio per questa ragione porta ogni anno a “correggere” la composizione del vaccino.
La protezione dopo il vaccino
Ancora non c’è una risposta certa in questo senso ed è proprio per questa ragione, e anche per valutare gli eventuali richiami, che in particolare chi ha effettuato il vaccino nella prima fase della campagna vaccinale, verrà sottoposto a controlli con il test sierologici per verificare la quantità e la stabilità degli anticorpi sviluppati nell’arco dei mesi.
Febbraio 2021
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.