La crema solare è stata scelta correttamente, l’attenzione nell’evitare la fascia oraria col sole a picco è massima: allora perché la pelle sta reagendo così male? Forse la colpa è della terapia farmacologica in corso. Alcuni medicinali infatti sono fotosensibili e determinano un aumento della sensibilità della pelle ai raggi solari, amplificandone l’azione.
Le diverse tipologie di fotosensibilizzazione
La fotosensibilizzazione non avviene però sempre allo stesso modo. La forma più comune si chiama fototossica e si verifica nelle ore successive all’esposizione al sole. È presente soprattutto nelle zone più esposte, come le braccia, le mani, il viso e in particolare il naso, con reazioni che dipendono dal dosaggio della terapia farmacologica e che vanno da un arrossamento a vere e proprie ustioni. Fa parte della reazione fototossica anche la comparsa di iperpigmentazione, con zone della pelle di un colore più scuro.
È meno frequente la fotoallergia, che colpisce con maggiore frequenza le persone che hanno già in generale una predisposizione a reazioni allergiche. In questo caso, la reazione avviene anche nelle zone non esposte al sole e si scatena a distanza di 24-72 ore dalla prima esposizione al sole, con una forma di orticaria più o meno intensa.
Cosa fare subito
Innanzitutto, meglio rifugiarsi in un luogo fresco, lontano dai raggi solari, per aiutare la pelle a riprendersi. Sì anche a una doccia fresca per togliere dal corpo residui di crema solare, la salsedine, l’eventuale sabbia insomma, tutto ciò che può alimentare lo stato di irritazione. La pelle va lavata con un detergente fluido delicato a base di avena colloidale che ha un effetto lenitivo e asciugata con un telo di cotone morbido. Vale poi la regola di rivolgersi a un medico, oppure contattare il proprio se è raggiungibile, per sapere se è possibile ridurre il dosaggio del farmaco, oppure sostituirlo con un principio attivo analogo che non abbia effetti fotosensibilizzanti. Nell’attesa che la pelle si riprenda, si può frequentare la spiaggia ma con la massima attenzione: cappello a tesa larga, maglietta a maniche lunghe e pantaloni larghi in tessuto naturale, oppure un abito lungo, e preferire le prime ore del mattino oppure del tardo pomeriggio.
I farmaci più a rischio
In assoluto, il consiglio è di informarsi col medico se il farmaco che si sta assumendo può causare problemi in caso di esposizione al sole. Per alcuni in particolare, il fatto che siano fotosensibili è più che assodato. Ne fanno parte ad esempio alcuni contraccettivi orali, antibiotici quali i sulfamidici e le tetracicline, alcuni antidepressivi, farmaci antinfiammatori come ibuprofene e diclofenac, alcuni farmaci per le malattie cardiovascolari.
Prudenza anche coi medicinali cosiddetti da banco: vale la regola di chiedere al farmacista e di dare un’occhiata al foglietto illustrativo, perché il fatto che si possano acquistare senza prescrizione medica non li rende esenti da rischi. Questo vale anche per i farmaci per applicazioni locali, quali le pomate, e per via transdermica. Un esempio? I medicinali a base di ketoprofene per uso cutaneo.
Fonte: AIFA
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.