Il Covid ha conseguenze sulla memoria e sulla resistenza fisica. Francesco Landi, past president della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, illustra gli studi in corso per trovare soluzioni per contrastare la fatigue post contagio.
La memoria che non è più quella di prima della malattia, una stanchezza esagerata senza avere fatto nulla di che. Eccoli, i sintomi nella top ten di chi soffre di Long Covid. Colpiscono infatti chi dopo la convalescenza dalla malattia sintomatica, inizia ad avere sintomi legati a quella che viene definita “l’onda lunga” dell’infezione. In chi è vaccinato l’impatto è decisamente inferiore e questa è una bella notizia. Ma non è l’unica. Fervono gli studi per trovare nuove soluzioni, che aiutino chi si ritrova a fare i conti col Long Covid a superare prima i disturbi.
«La mattina esco di casa già stanca e mi sembra di avere piombo nelle scarpe, tanta è la fatica a camminare. E mi addormento anche di giorno, con attacchi di sonno ingestibili». Il racconto è di Beatrice, 42 anni. Ed è in buona compagnia.
L’affaticamento è presente in quasi nove casi su dieci ed è così intenso da provocare stanchezza esagerata con debolezza muscolare, sonnolenza, tachicardia. Il primo consiglio è di praticare un’attività fisica, compatibilmente con le proprie forze.
«L’esperienza quotidiana a contatto con chi ha stanchezza da long Covid ha fatto emergere che ha una guarigione più lenta chi si ammala in inverno», racconta Francesco Landi, past president della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG). «E una delle ragioni potrebbe essere proprio la maggiore sedentarietà tipica dei mesi freddi. Per questo, chiediamo ai nostri pazienti di cominciare gradualmente a rimettere in modo il corpo». Come? Ad esempio con una camminata, che può essere anche solo di cinque minuti i primi giorni, incrementando gradualmente il tempo, con l’obiettivo di arrivare nell’arco di un mese circa a 20 minuti al giorno di camminata a passo veloce. E attenzione anche a non ingrassare: i chili di troppo aggravano i disturbi.
«Abbiamo da poco completato uno studio proprio sulla stanchezza esagerata, che è in corso di pubblicazione sulla rivista International Journal of Molecular Sciences», aggiunge il professor Landi, che ha coordinato il gruppo di ricerca. «Il nostro lavoro ha messo in luce che nei pazienti con long Covid si verifica un’alterazione del metabolismo dell’arginina, un amminoacido prodotto naturalmente dall’organismo, il quale stimola l’ossido nitrico, enzima chiave per una corretta funzione immunitaria e vascolare. Da qui, abbiamo dimostrato che la somministrazione di 1,6 grammi di arginina e 500 mg di vitamina C liposomiale per 28 giorni, riporta il metabolismo dell’arginina a un livello normale e consente di contrastare efficacemente la “fatigue”, a tutto vantaggio di un miglioramento nelle performance».
«Ho problemi con la memoria a breve e a volte mi dimentico persino con chi ho parlato al telefono pochi minuti prima. Così, ho iniziato a riempire la casa e l’ufficio di post-it, utilizzo il registratore, segno tutto sull’agenda cartacea e su quella nello smartphone. Questa situazione però mi sfinisce, cerco sempre di mantenere alta l’attenzione, ma arrivo a sera che sono distrutto, fisicamente ma soprattutto psicologicamente». A spiegare la sua situazione è Carlo, 57 anni. Come lui, soffrono di nebbia cerebrale sette persone su dieci. Un problema, questo, che non ha ancora una spiegazione scientifica. L’ipotesi più accreditata è che alla base ci siano alterazioni nella microcircolazione cerebrale, per fortuna reversibili. La soluzione? Nel 70-80% dei casi funziona un mix di integratori a base di multivitaminici, colina, levocarnitina e coenzima Q10. Ha un effetto importante, anche perché agisce direttamente sulle sinapsi a livello cerebrale, il mix di cidi grassi omega 3, fosfolipidi, colina, uridina monofosfato, selenio e vitamine E, C, B6, B12 e acido folico.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.