Il 24 aprile ricorre la Giornata mondiale contro la meningite. È l’occasione per tornare a parlare di una malattia, la meningite, ancora troppo spesso sottovalutata.
Bebe Vio, il caso più celebre
“Se mi fossi fatta il vaccino non sarebbe successo tutto questo”. A dichiararlo, ogni volta che ne ha l’occasione, è Bebe Vio. La sua storia è nota. A 11 anni, nel 2008, viene colpita da una meningite fulminante: Bebe non era vaccinata contro il meningococco B, perché i medici avevano consigliato ai genitori di aspettare fino ai suoi 14 anni di età. Bebe si è salvata ed è nata per la seconda volta, diventando la campionessa di scherma che tutti conoscono. E la portavoce sull’importanza del vaccino contro la meningite.
Meningite: le cause
A scatenare la meningite è una grave infiammazione della meninge, cioè del rivestimento del sistema nervoso centrale, collocato nel cervello e nel midollo con esiti che possono essere gravi, anche mortali. Le forme sono diverse e l’unica prevenzione possibile è la vaccinazione: sul sito del Ministero della Salute ci sono tutti i vaccini, con il relativo calendario. Ma in questi due anni di pandemia, i numeri relativi ai nuovi vaccinati hanno subito un rallentamento.
Giornata mondiale contro la meningite 2022
Per questo, in occasione della Giornata mondiale contro la meningite, prende il via la campagna Grandi e Vaccinati: proteggiamo il nostro futuro, per informare in modo semplice e chiaro, attraverso un linguaggio informale e diretto, i genitori ma soprattutto ragazzi e ragazze under 18 sull’importanza di recuperare le vaccinazioni tralasciate in periodo pandemico, con particolare riferimento al vaccino per la meningite causata dai tipi ACWY di meningococco che protegge da un’infezione tra le più temute non solo in età pediatrica, ma anche in età adolescenziale.
I sintomi
Nonostante i pochi casi registrati ogni anno in Italia, ciò che fa della meningite una malattia pericolosa sono il decorso molto rapido, tanto da rivelarsi fatale nel 8-14% dei casi anche a poche ore dai primi sintomi, e le conseguenze invalidanti nel 10-20% di chi sopravvive, come sordità, cecità, danni neurologici, amputazione degli arti.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.