La quarantena ha cambiato le abitudini dei fumatori? Un dubbio e insieme una speranza che abbiamo chiesto all’Istituto di ricerca SWG di valutare con una indagine in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020.
La ricerca SARS-COV-2: gli impatti sulla percezione della salute e sui comportamenti dei fumatori è stata condotta nel mese di maggio da Swg su un campione di più di 2600 italiani, donne e uomini provenienti da tutte le regioni, appartenenti a diverse fasce di età, fumatori e non fumatori.
Gli effetti della pandemia sugli italiani
Questa particolare situazione ha creato sicuramente un nuovo senso di vulnerabilità e di incertezza fra tutti i cittadini, accentuando la dimensione fisica del concetto di salute a scapito di quella spirituale. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato infatti di sentirsi esposta al contagio.
Prevale fra tutti la percezione che il fatto di essere o meno in salute dipenda più da fattori esterni che dai comportamenti individuali. Negli atteggiamenti verso la pandemia, come verso la salute, le differenze tra fumatori e non fumatori risultano minime.
I fumatori sono percepiti meno a rischio nell’esposizione al virus rispetto ad altre categorie, come chi ha pregresse patologie respiratorie o cardiache. Questo rischio viene ancora più minimizzato dai fumatori stessi.
Gli effetti sull’abitudine al fumo
A livello nazionale, la metà delle persone intervistate dichiara di non aver mai fumato, i fumatori attuali invece rappresentano il 24% degli intervistati. Rimane più alta la percentuale di fumatori nelle province di Milano e Monza/Brianza.
Durante questo periodo di lockdown i fumatori hanno fatto scelte molto diverse. Circa il 50% degli intervistati ha mantenuto le proprie abitudini, il restante 50% le ha cambiate completamente. Chi in meglio, approfittando dell’occasione per ridurre il fumo, chi in peggio aggrappandosi alla sigaretta per gestire lo stress e la noia.
Chi ha scelto di ridurre il fumo lo ha fatto soprattutto per la volontà di avere uno stile di vita più sano, rinforzata anche dalla convivenza con non fumatori. C’è anche chi ci pensava da tempo e ha approfittato della situazione per mettere finalmente in atto il cambiamento.
Le persone che invece hanno aumentato il consumo o che hanno ripreso a fumare dichiarano come principali motivazioni lo stress dato dalla situazione incerta e la noia. Per quanto gli intervistati delle province di Milano e Monza Brianza è emersa una maggiore fatica a gestire lo stress senza l’aiuto della sigaretta.
Prospettive per il futuro
Per i prossimi mesi, la prospettiva dei fumatori è quella di ridurre il consumo abituale o di smettere completamente di fumare. Anche il 38% dei fumatori lombardi e il 43% dei fumatori delle province di Milano e Monza Brianza si sono posti come obiettivo un comportamento più virtuoso.
Si apre una nuova fase in cui, superato lo stress generato dalla pandemia e dal lockdown forzato, potrebbe essere maggiore l’attenzione dei fumatori all’ascolto di messaggi utili alla riduzione del consumo di sigarette. Rimane fondamentale rinforzare il richiamo sull’importanza che hanno i comportamenti individuali in favore di uno stile di vita salutare.
Maggio 2020
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.