Nella Festa della Liberazione italiana, la psicologa Nicoletta Cabrini ci propone una riflessione sulla libertà in senso ampio. Una condizione interiore che si acquisisce nel tempo ed è alla base anche della relazione terapeutica.
Il 25 aprile di ogni anno si celebra in Italia la Festa della Liberazione, un anniversario molto significativo nella storia italiana. Ed è il giorno durante il quale la parola ”libertà” ritorna spesso nei discorsi istituzionali e non solo. Un concetto molto ampio, quello della libertà, che riguarda tutti e che si può declinare in mille modi diversi: è la libertà di giocare con gli amici come ha scritto un bambino, è partecipazione come cantava Gaber. Ed è anche una condizione interiore, che si acquisisce gradualmente nel tempo, chiedendo se necessario un aiuto esterno.
Libertà, un desiderio da realizzare
In psicologia rappresenta un concetto-chiave alla base della relazione terapeutica. «Possiamo pensare al concetto di libertà riferendolo alla possibilità di esprimersi liberamente nella stanza di terapia», chiarisce la Dott.ssa Nicoletta Cabrini psicologa specializzanda in psicoterapia di Milano. «Significa poter esternare le proprie emozioni, fantasie, bisogni, desideri, disagi, e il tutto, in libertà, in una situazione protetta, nella quale si viene ascoltati e accolti senza giudizio da parte del terapeuta. Questo, rappresenta le fondamenta di una relazione terapeutica».
Libertà, il collante nel rapporto psicoterapeuta-paziente
L’alleanza terapeutica inizia proprio dalla libertà di espressione. «Nella relazione terapeutica la persona si trova ad assumere un ruolo attivo nel proprio processo di crescita e di consapevolezza», continua la dottoressa Cabrini. «Psicoterapeuta e paziente diventano così entrambi poli attivi di questo viaggio che percorrono insieme, ognuno col proprio ruolo: il paziente condividendo il suo mondo interno, il terapeuta attraverso una restituzione delle diverse dinamiche che man mano emergono e aiutando a far emergere gli strumenti e le risorse interne inespresse con l’obiettivo di rendere la persona attiva nello sviluppo del suo benessere psicologico».
Libertà e ambiente esterno
Libertà è anche interagire diversamente con gli altri. Senza imputare a terze persone colpe che non hanno, ma assumendosi le proprie responsabilità. «Attraverso una conoscenza più profonda di sé stessi e una maggiore consapevolezza della strada di vita percorsa è possibile sperimentare un senso di libertà», sottolinea la dottoressa Cabrini. «La libertà raggiunge l’apice quando si arriva a riconoscere quelle catene invisibili, quegli aspetti inconsapevoli che facevano rimanere ancorati a una condizione di sofferenza; una volta individuate con l’aiuto di un professionista è possibile innescare il cambiamento, creando nuove modalità di esprimersi che aiuteranno ad apprezzare di più sé stessi e l’ambiente che ci circonda».
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.