La protezione solare è importante perché rappresenta una delle mosse per beneficiare solo degli effetti positivi dei raggi solari. Eppure all’incirca due persone su tre utilizzano malamente le creme solari. Vediamo allora insieme le regole da seguire per scegliere i prodotti giusti e impiegarli al meglio.
Fototipo
Mix di occhi, incarnato e capelli.
Conoscerlo e controllarlo permette di ottenere delle indicazioni importanti sulla reazione all’esposizione solare. Per dare un’idea, chi è biondo, con occhi azzurri e pelle chiara, deve tenere alta la guardia perché ha una maggiore tendenza alle ustioni solari rispetto a un tipo mediterraneo.
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Protezione solare giusta
Da scegliere in base al proprio fototipo.
Per evitare confusioni, le protezioni solari sono suddivise in quattro categorie: protezione bassa con SPF da 6 a 10, media da 15 a 25, alta tra 30 e 50, molto alta oltre 50. Per fare un esempio, chi ha la pelle chiara dovrebbe utilizzare un solare 50+. La sigla SPF riguarda l’efficacia dello schermo solare, cioè la protezione dai raggi UVB che sono quelli responsabili di eritemi, scottature e nel tempo, di tumori della pelle.
Raggi UVA e UVB
Controlla sempre l’etichetta della crema solare.
Controllare in etichetta che ci sia una protezione solare ad ampio spettro anche nei confronti dei raggi UVA oltre che degli UVB. In base alle norme europee, un filtro solare deve offrire una protezione anti UVA pari a 1/3 di quella anti UVB. In sostanza, se il prodotto ha un SPF 30, dovrebbe avere una protezione anti-UVA pari come minimo a 10. Se viene garantita anche la protezione dai raggi UVA, deve esserci sull’etichetta un cerchio che contiene la sigla UVA.
Quantità
Una tazzina di caffè è la quantità di protezione solare giusta.
L’ideale è applicarne 2 grammi per centimetro quadrato di superficie, esattamente come viene effettuato durante gli studi clinici. A conti fatti per una persona alta 1,60-1,65 sono circa 35-40 grammi, pari una tazzina da caffè piena.
Applicazione
La protezione solare va applicata ogni due ore e sempre dopo aver fatto il bagno.
Non esiste infatti il solare “waterproof”, cioè resistente all’acqua. Non va scordato neppure se si sta sotto l’ombrellone, oppure il tendalino in barca, dal momento che i raggi solari penetrano anche attraverso le trame dei tessuti.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.