Invasione di meduse nel mar Tirreno, all’altezza della Toscana. E un aumento di casi di infezione da zecche. La colpa è dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature, infatti, porta molte specie a spingersi in zone insospettabili, alla ricerca del fresco e dell’acqua, con un inevitabile incremento delle probabilità di incidenti. Ma cosa fare in caso di incontri sgraditi? Innanzitutto, mettere in atto subito le cure giuste di pronto intervento. E quindi rivolgersi al medico, per tenere lontani i rischi per la salute.
Puntura di medusa: sciacquare e stare all’ombra
La medusa avverte come nemico la persona che nuota ignara. Per difendersi, rilascia nematociti, cioè le “palline” tossiche presenti sulla superficie dell’ombrello e lungo i tentacoli. In caso di scontro, è difficile non accorgersene: il dolore è acuto e bruciante. Evitare di toccare direttamente la zona ma tornare rapidamente a riva, mettersi all’ombra e irrorare subito la parte colpita con abbondante acqua marina per eliminare i residui della medusa dalla pelle. Da evitare invece l’acqua dolce che può far scoppiare le palline e liberare sostanze velenose. Di solito, nell’arco di pochi minuti compaiono macchie rosse simili all’eritema e a volte anche delle vesciche. Se il danno è minimo, dopo poche ore si sta meglio. Quando invece la medusa colpisce zone più estese, oppure particolarmente delicate come il viso, il collo o il seno, oltre a questi disturbi possono comparire nausea, malessere generale e febbre. In ogni caso, è bene stare all’ombra, o se possibile rientrare, e farsi vedere il prima possibile da un medico.
Zecche: rimuoverle solo se esperti
Le zecche vivono sul terreno, nell’erba, ai margini dei boschi, vicino ai corsi d’acqua e anche in spiaggia, se fa parte di un parco naturale. Per questo è meglio non sedersi direttamente sulla sabbia oppure nell’erba, ma utilizzare i teli da mare col fondo in plastica, e non appoggiare a terra abiti e zaini. E durante le passeggiate, indossare sempre pantaloni lunghi, scarpe e calze. La sera quindi controllare bene gli abiti e fare una lunga doccia, verificando la pelle: in caso di un lieve arrossamento, oppure di un leggero gonfiore, osservare bene se c’è un puntino nero, grande quanto la capocchia di uno spillo. È il solo modo per accorgersene: la zecca non causa sintomi, perché la saliva contiene una sostanza anestetica. Anche se viene istintivo farlo, non toccarla perché se viene schiacciata, aumenta il rischio di infezione. Per toglierla esiste una manovra, che è consigliata solo agli esperti. Consiste nel cospargere di alcol la zona e afferrare la zecca con una pinzetta, tirandola dolcemente eseguendo piccoli movimenti rotatori. In tutti i casi, è bene ricorrere al pronto soccorso. Inoltre, nei 40 giorni successivi bisogna stare molto attenti al proprio stato di salute e rivolgersi subito al medico in caso di febbre e dolori alle ossa, perché potrebbe trattarsi di una delle infezioni veicolate dalle zecche, come la malattia di Lyme.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.