Lo yoga si classifica tra le strategie da proporre a chi, dopo le terapie oncologiche, continua a soffrire di fatigue, con un impatto negativo sulla qualità di vita. Una bella notizia, che arriva proprio in occasione del 4 giugno, il Cancer Survivor day, la giornata che in tutto il mondo è dedicata a chi sta riprendendo la quotidianità dopo un tumore. E sono in tanti, oltre tre milioni di persone solo in Italia.
Uno studio mostra i benefici dello yoga
A valutare lo yoga dal punto di vista scientifico è uno studio presentato in questi giorni al congresso mondiale di oncologia ASCO, condotto su over 60 che hanno già concluso il ciclo di terapie oncologiche. Sono state arruolate 173 persone, il 91% costituito da donne, suddivise in due gruppi: uno ha seguito sei sessioni di yoga in palestra e una ulteriore settimanale a domicilio, mentre l’altro gruppo ha seguito le regole comportamentali ASCO, Survivorship Health Education. Come hanno sottolineato i ricercatori, saranno necessari altri studi per approfondire i risultati, ma di sicuro, i numeri parlano chiaro. Per il 94% dei partecipanti allo yoga, la tecnica è stata ritenuta utile con un miglioramento significativo della qualità della vita complessiva e della gestione dei disturbi.
Un viaggio dentro di sé
L’attenzione allo yoga da parte dei ricercatori è sicuramente importante, anche per valutare dal punto di vista scientifico i benefici di questo metodo orientale, che viene già utilizzato anche in Italia, sia nel corso delle terapie oncologiche, sia dopo per aiutare la ripresa. «Nel momento in cui la persona si sdraia sul tappetino, inizia il suo viaggio personale dentro di sé», sottolinea Eleonora Ravazzani Ravazzani Insegnante di Yoga E-RYT® 500.
«Si intraprende un percorso di conoscenza del proprio corpo, di ascolto dei propri limiti e delle potenzialità, anche attraverso la respirazione, al fine di migliorare gradualmente il benessere fisico e psichico». I risultati che si ottengono non derivano solo dai lavori scientifici, ma innanzitutto dalla pratica quotidiana. C’è chi, per esempio, riesca finalmente a sottoporsi alla risonanza magnetica nonostante la claustrofobia, perché fa ricorso alle tecniche di respirazione yogi. E chi ha migliorato la sua capacità di resilienza durante le lunghe sedute di chemioterapia.
La pratica dello yoga
Ma quali sono i momenti migliori per praticare yoga? «La mattina al risveglio, oppure quando le emozioni prendono il sopravvento», risponde Eleonora Ravazzani. «Sono sufficienti dieci minuti per stare bene». E per provare, ecco un esercizio di respirazione.
Respirazione a narici alterne: ecco la pratica
- Eseguire il pranayama mantenendo indice e medio della mano destra in appoggio nello spazio tra le sopracciglia, poi praticare un ciclo completo
- chiudere la narice destra e inspirare a sinistra
- chiudere la narice sinistra ed espirare a destra
- mantenendo la narice sinistra chiusa inspirare a destra
- chiudere la narice destra ed espirare a sinistra
Questo permette di eliminare impurità fisiche ed energetiche. Riporta in equilibrio gli emisferi del cervello riducendo stati di stress profondi come ansia, paure, dolore, instabilità mentale aiutando a ritrovare la calma interiore.
Siamo impegnati a Spazio Parentesi a Milano (Via Beatrice d’Este, 37) nell’offrire ai malati di tumore luoghi e occasioni di benessere, dove imparare a dedicare tempo a sé stessi, per nutrirsi e muoversi correttamente, avvalersi di un aiuto psicologico se necessario o fare esperienze rigenerative, tra arte e cultura. Lo yoga non può mancare. In un comodo calendario online, puoi conoscere tutte le attività programmate.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.