Euforia, divertimento, maggiore sicurezza, fuga dai problemi di vita quotidiana. Sono tra i motivi che spingono i giovani, nel 2022 solamente i minorenni sono 680mila, a bere alcol. Aumentare il numero dei bicchieri non è così difficile e i danni alla salute sono tanti.
Un bicchiere per loro è poco, eppure sarebbe già troppo. Parliamo delle bevande alcoliche e in particolare di vino, birra e aperitivi, che stanno imperando tra i giovani. Nel 2022, secondo i dati divulgati nel corso dell’Alcohol Prevention Day 2024, circa 1 milione e 310 mila ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 24 anni hanno consumato alcol, mettendo a rischio la loro salute.
Non riusciremo a raggiungere l’obiettivo previsto per il prossimo anno
E dire che secondo la legge 189 del 2012, la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche è proibita ai minori di 18 anni. E che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un Piano strategico nel 2022 aveva invitato i Governi, Italia compresa, a prevenire decessi e patologie alcol-correlate, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs). Il Piano di azione è decennale e riportava l’obiettivo di ridurre i consumi dannosi del 10% entro il 2025.
Un obiettivo, questo, che purtroppo non sarà raggiunto e che impone uno sforzo comune per promuovere iniziative mirate, come programmi di prevenzione nelle scuole, campagne istituzionali, regolamentazione delle pubblicità comprese quelle occulte, aumento dei prezzi, maggiore controllo delle vendite.
I ragazzi bevono più delle coetanee
I dati scattano anche una fotografia delle differenze di genere. Nel 2022, hanno consumato alcol e sono consumatori a rischio 650 mila under 18, Di questi, il 17,5% sono maschi e il 15,5% femmine. Tra i 18 e i 24 anni, invece, beve il 75% dei ragazzi e il 68,5% delle ragazze.
I motivi principali per cui i ragazzi alzano il gomito
Ad essere più attirati dall’alcol sono i giovani con ansia e insicurezza nei confronti delle cosiddette sfide evolutive, come le relazioni sessuali, gli impegni scolastici oppure lavorativi, le relazioni sociali. In tutti questi casi, l’alcol diventa il mezzo per diventare più disinibiti, euforici, sicuri di sé. Ma, come per tutte le dipendenze, anche in questo caso man mano è necessario alzare le dosi per mantenere gli stessi effetti, con un desiderio di bere che diventa sempre più intenso e incontrollabile. L’alcol rappresenta l’esperienza proibita, in grado di scatenare effetti che inducono a continuare, soprattutto nella fascia più giovane, in cui si è più vulnerabili.
Cosa succede se si beve troppo
I programmi nelle scuole, ma anche sui social più frequentati dai giovani, servono anche a questo, ad aumentare la consapevolezza dei rischi e dei danni causati dall’alcol nell’organismo. Nel breve periodo infatti le bevande alcoliche possono danneggiare i neuroni dell’ippocampo, la zona del cervello deputata alla memoria. La prova? Sono sufficienti 2/3 mesi di binge drinking, cioè gli esagerati consumi di bevande alcoliche nel fine settimana, a provocare una riduzione del 10-20% delle capacità mnemoniche e di orientamento.
Questo tipo di modalità, inoltre, provoca un rischio elevato di intossicazione alcolica acuta, con il pericolo di coma etilico e di morte. Il consumo di alcol si “paga” anche alla lunga, con un incremento di problemi cardiovascolari ed epatici e di tumore. Non va scordato mai, infatti, che l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) classifica l’alcol come agente cancerogeno.
Quantità a più basso rischio
Nessun consumo di alcol, di qualunque bevanda alcolica, può essere raccomandato in funzione della tossicità, cancerogenicità e capacità d’indurre dipendenza, ragioni sufficienti a determinare da anni l’esclusione di qualunque tipo di alcolico dalla piramide nutrizionale.
Le linee guida diffuse dal Ministero della Salute nella sezione “Alcol, zero o il meno possibile” ribadiscono la necessità di non superare mai le quantità definite a più basso rischio (lower-risk drinking), valide esclusivamente per persone adulte, sane e non gravide:
• 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini
• 1 unità alcolica al giorno per le donne
• 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni
• zero unità di alcol sotto i 18 anni (sconsigliato sino ai 25).
Una unità alcolica (UA) corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a un bicchiere di vino (125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°) o un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).
Il superamento di tali livelli di consumo giornaliero definisce lo status di consumatore a rischio.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.