Quali sono gli obiettivi delle cure palliative?
Fanno bene al corpo e alla mente e migliorano la qualità della vita del paziente e dei suoi famigliari. A offrire questo mix di benefici sono le cure palliative. Il loro obiettivo è di evitare trattamenti ed interventi che non sono utili al paziente e possono invece essere fonte di ulteriori sofferenze. Ma lo scopo è anche di offrire assistenza e accompagnamento per il malato e per la sua famiglia quando i bisogni si fanno più importanti e le terapie oncologiche non sono più in grado di controllare la malattia.
Ulteriori informazioni sulle cure palliative
L’accesso alle cure palliative è garantito dalla legge 38/2010, che tutela i diritti del malato e della sua famiglia. Grazie a questa legge, oggi è possibile impostare un trattamento personalizzato per il controllo del dolore e degli altri sintomi che provocano sofferenza al malato. Le cure possono essere effettuate a domicilio oppure in hospice. In più, in base al nuovo sistema di cure domiciliari stabilito in particolare nella Regione Lombardia dal DGR 5918 del 2016, deve essere garantita la reperibilità 24 ore su 24. Questo significa anche potenziare il servizio di assistenza domiciliare in modo da realizzare quella continuità assistenziale che prevede la presenza delle cure palliative negli ambulatori, all’interno dei reparti di degenza, nell’hospice e a domicilio.
Dove possono essere erogate le cure palliative?
Cure palliative domiciliari
L’ideale è far sì che il paziente riceva le cure palliative a casa. Ma la decisione deve essere ben ponderata. Non sempre, infatti, è il luogo ideale. Gli interventi domiciliari ad esempio sono fortemente condizionati dalla situazione familiare. Si deve quindi cercare di risolvere le difficoltà presenti e per questo ci sono figure ad hoc come lo psicologo, che ha un ruolo importante. Non scordiamoci mai che c’è un familiare in particolare che assume il ruolo di caregiver e che ha necessità di un supporto.
Cure palliative in Hospice
Non sempre però è possibile lasciare il paziente a casa. È il caso ad esempio della persona che vive da sola e non ha la possibilità di avere un supporto, come un parente o amici. Oppure di marito e moglie molto anziani. O ancora, la presenza in famiglia di bambini piccoli e quindi particolarmente sensibili. Infine, non va scordata l’abitazione perché, se è molto piccola, potrebbe rendere difficoltosa l’assistenza domiciliare. In questi casi il paziente viene ricoverato in un Hospice. Sono strutture progettate in modo diverso da un normale reparto ospedaliero. Ci sono piante, colori diversi alle pareti, la possibilità di partecipare a momenti creati apposta come piccoli concerti musicali. Tutto ciò, perché l’obiettivo degli hospice è quello di garantire il più possibile la serenità alla persona malata e ai suoi familiari, compatibilmente col momento che stanno affrontando. Per questo attorno al malato deve ruotare un’équipe multidisciplinare, che comprenda diverse figure professionali, con il compito di alleviarne i disturbi sintomi fisici, psicologici e spirituali. In questo ambito riveste un ruolo insostituibile il volontario, disponibile all’ascolto, al sorriso e a fornire un sostegno pratico, tanto da diventare una vera e propria ‘bussola’ per i ricoverati e i loro familiari.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.