La cute andrebbe protetta fin da giovanissimi. I raggi solari sono tra i fattori di maggior rischio per l’insorgere dei tumori alla pelle. Nell’articolo una serie di consigli per proteggersi durante l’estate.
Fa riflettere l’articolo pubblicato sul Washington Post da Mikkael A. Sekers, oncologo americano, che ha modificato il suo stile di vita, correggendo tutti quei fattori che possono aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. Per lui, spiega, è un dovere nei confronti del suo corpo, a causa della sua storia familiare di cancro.
La sua decisione è in linea con quanto stanno sottolineando ormai da anni i ricercatori. Secondo uno studio dell’American cancer society appena pubblicato, il 40% delle nuove diagnosi di cancro nel 2019 a over 30 era dovuto a un rischio modificabile, vale a dire, che si poteva evitare. I più noti? Il fumo di sigaretta, l’obesità, la sedentarietà, l’alcol. E il sole preso sconsideratamente.
Abbronzarsi con prudenza
È agosto, il mese in assoluto più dedicato al riposo, al desiderio di crogiolarsi al sole. Nessuna proibizione a farlo, ma un piccolo ripasso ci sta, per “maneggiare” i raggi solari con prudenza. Perché possono danneggiare il dna delle cellule e nell’arco di 20-30 anni, portare allo sviluppo di tumori della pelle. Questo vale per tutti, compreso chi ha la carnagione mediterranea. Anche in città.
Come applicare in modo corretto la crema solare
Mare o montagna? Poco importa. Utilizzare sempre un prodotto solare con protezione elevata, pari a 30 o 50. Contengono schermi contro le radiazioni, ma che permettono comunque di abbronzarsi al contrario di quanto si crede. Anzi, senza l’aggressione da parte dei raggi solari, la melanina si attiva in modo più uniforme sul corpo. Le regole di protezione poi devono essere particolarmente accurate fino ai 20 anni. Oggi si sa che è proprio dalla nascita a questa età che si accumula il carico maggiore di danni alle cellule.
L’applicazione del prodotto va ripetuta ogni due ore circa e sempre dopo avere fatto il bagno. Attenzione alle zone più delicate: palpebre, retro e bordo delle orecchie, incavo delle ginocchia. E il dorso dei piedi, che si scotta con facilità.
Mai scordarsi cappello e occhiali da sole. E se proprio non si può fare a meno di stare sotto il sole nelle ore centrali, le più pericolose, perché magari si è in barca, indossare anche una maglia con le maniche lunghe. Sempre, comunque, dopo avere applicato sul corpo il prodotto solare.
Attenzione particolare ai bimbi piccoli
Niente spiaggia per i bambini fino a un anno di età, ma passeggiate all’ombra nelle ore meno calde. Non va bene neppure stare sotto l’ombrellone, non si è protetti né dal caldo, né dai raggi solari. Possono invece stare al sole dopo il primo anno di vita, ma con prudenza, e comunque non nelle ore più calde, cioè tra le 11 e le 17. Sì al prodotto solare specifico per i piccoli, a cappellino e occhiali da sole.
La protezione continua anche in città
Proteggere la pelle dai raggi solari anche in città. Oggi in commercio ci sono creme per il viso con fattore protettivo anche elevato, pari a 50, da utilizzare quotidianamente. A differenza dei prodotti solari, non ungono e sono di diversi tipi, da scegliere anche in base alla propria pelle. E andrebbero utilizzati tutto l’anno per difendere l’epidermide dall’azione in particolare dei raggi UVA, quelli responsabili dell’invecchiamento cutaneo.
L’importanza dell’idratazione
Bere almeno due litri di acqua e prediligere durante il giorno centrifugati e succhi di frutta e verdura, per reintegrare i liquidi e i sali minerali che si perdono a causa del calore.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.