È ufficiale. L’attività fisica non è solo di primaria importanza in ambito preventivo per difendere il benessere del corpo e della mente. È basilare anche per chi è già malato di tumore. A metterlo nero su bianco è un documento ufficiale divulgato dall’ASCO, American Society Clinical Oncology nei giorni precedenti l’inizio del più importante congresso mondiale di oncologia. Il documento è stato redatto sulla base di un’amplia bibliografia di lavori scientifici, che comprende più di 50 review e 23 studi randomizzati controllati. Il documento prende in esame anche la dieta e la gestione del peso corporeo. Per quanto riguarda l’attività fisica, dal documento è emerso che fa bene a tutti, in particolare a chi soffre dei cosiddetti “big killer”, cioè tumore del seno, della prostata, del polmone e del colon-retto. Non sono pochi: insieme, costituiscono all’incirca la metà di tutte le diagnosi annuali.
Attività fisica come terapia
L’attività fisica dunque diventa una vera e propria prescrizione, che deve essere effettuata dall’oncologo stesso sulla base dello stato di salute del paziente. Già, perché non è necessario trasformarsi in olimpionici. Il movimento, invece, va calibrato su misura ed eventualmente modificato man mano nel corso del percorso terapeutico. In linea di massima, corsa, bicicletta e nuoto sono le attività fisiche maggiormente raccomandate. Ma anche una camminata quotidiana va bene. Le regole generali? Riuscire a parlare senza il fiatone durante l’attività fisica, evitare in questa stagione le ore più calde della giornata e non dimenticarsi mai di bere acqua minerale, a piccoli sorsi.
Solo benefici da una corretta attività fisica
L’importante, per l’appunto, è che lo sport sia impostato ad hoc, per ottenere gli innegabili benefici. Intanto, l’attività fisica aiuta ad alleviare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, come nausea e perdita di appetito, e a ridurre il senso di fatica. Inoltre, contribuisce a mantenere forza e massa muscolare, a tutto vantaggio di una maggiore resistenza e stabilità del corpo, e protegge l’apparato cardiovascolare. Diminuisce anche l’infiammazione sistemica e modula il sistema immunitario, a vantaggio di una maggiore risposta dell’organismo alle terapie. Ultimo, ma non meno importante, aiuta a dormire meglio la notte e a combattere ansia e stress psicologico, che spesso diventano le cattive compagnie di chi ha una malattia oncologica.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.