Finestre aperte non solo contro il Covid
Si soffre di allergia? Finestre chiuse. Si vive in una strada trafficata? Finestre chiuse. Insomma, non c’è scampo: soprattutto per chi vive in città, la regola è quella di sigillare il luogo in cui si vive e si lavora. Ma forse, non va del tutto bene. A mettere in dubbio questo comportamento, adottato ormai da pressoché tutti, è uno studio pubblicato su Science lo scorso anno, condotto presso l’Harvard School of Public Health. I ricercatori hanno evidenziato che quando l’aria circola poco all’interno delle quattro mura, le capacità cognitive si riducono.
L’esperimento a supporto
Negli ambienti, quando non vengono aerati, si verificano un incremento delle concentrazioni di anidride carbonica, che si libera con il respiro durate l’espirazione, e un aumento dei livelli di composti organici volatili che si possono liberare da oggetti di arredamento, in particolare da quelli in plastica, da prodotti di pulizia e da oggetti verniciati. Un mix deleterio per la mente, che è stato evidenziato in un esperimento che ha coinvolto 24 persone: i volontari hanno trascorso una settimana del loro lavoro in ambienti con concentrazioni fisse di CO2 a 3 livelli (basso 600 parti per milione, medio 900 parti, alto 1400), con misurazioni della loro capacità decisionale e cognitiva al termine di ogni giornata, attraverso test specifici. Dai risultati è emerso che chi aveva lavorato in ambienti con buona ventilazione ha ottenuto un punteggio del 61 per cento più alto rispetto a chi ha lavorato negli ambienti meno areati.
I nostri consigli per dare aria al cervello
Quanto spesso areare una stanza?
Per salvaguardare le capacità cognitive dunque, sì allora ad aerare ogni stanza almeno sei volte al giorno per cinque minuti e in caso di mal di testa, bruciore agli occhi, difficoltà di concentrazione, fare una pausa e uscire se possibile all’aperto per qualche minuto.
Come pulire casa?
Attenzione anche agli oggetti di plastica, che vanno il più possibile limitati e ai prodotti per la pulizia: preferire le soluzioni senza composti tossici come l’aceto, l’alcol, la candeggina, il bicarbonato.
Piante in casa: è vero che fanno male?
Via libera anche alle piante: alcune sono state definite non a caso “purificatori naturali dell’ambiente”. Come la Dracena, l’albero di Giada, il falangio, la guzmania, il fico d’India falcato, il filodendro, la dracena, lo spatifillo, l’areca palmata.
Photo credit: Pexels
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.