Uno sguardo al calendario e…. Di già? È questo il pensiero che accompagna gli starnuti a raffica, il naso che cola, gli occhi rossi. E c’è chi, nell’ansia, si sottopone al tampone per distinguere le allergie primaverili dal Covid. Quest’anno le crisi allergiche sono iniziate prima del tempo, con sintomi talvolta esagerati, anche a causa dell’incremento delle forme provocate da più pollini in contemporanea.
Gli effetti del cambiamento climatico sulle allergie primaverili
Quest’anno le crisi allergiche sono iniziate prima del tempo, con sintomi talvolta esagerati, anche a causa dell’incremento delle forme provocate da più pollini in contemporanea. La ragione? L’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera, a causa del ricorso ai combustibili fossili, sta alterando i periodi di impollinazione, rendendoli più lunghi e intensi. Ma hanno un ruolo importante anche i capricci del tempo. Così, la stagione di fioritura della parietaria, una delle piante più allergeniche, a causa delle temperature più miti, è passata da 200 a oltre 300 giorni nell’arco di 27 anni. Tutte queste situazioni complicano la vita degli allergici, con sintomi più intensi e di una durata maggiore.
I consigli per gestire l’allergia
Sì allora a una visita allergologica per impostare un trattamento ad hoc. E seguire alcuni suggerimenti mirati anti-allergie.
Mantenere la mascherina anche all’aperto in zone ad alto rischio come viali alberati e parchi.
Non distendere all’aperto il bucato nei periodi a rischio. Il polline delle piante che è nell’aria, si può attaccare alla trama del tessuto e scatenare crisi allergiche.
Evitare di tenere in casa fiori recisi. Il consiglio vale in particolare per chi è allergico alle composite. Questa famiglia di piante comprende infatti anche fiori che spesso si usano nelle composizioni: il girasole, la margherita e la dalia.
All’erta a tavola. Le sostanze che ci sono nei pollini si trovano anche in alcuni alimenti: sono le cosiddette allergie crociate. I sintomi? Prurito e irritazioni alle labbra e al cavo orale, orticaria, disturbi respiratori.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.