Il 21 e il 25 ottobre si terranno due incontri aperti alla cittadinanza su tematiche legate al tumore al seno. Gli appuntamenti saranno presso la Franco Angeli Academy e non richiedono prenotazione.
Ogni anno ad ottobre, nel mondo, i riflettori della prevenzione si accendono su una patologia ad alta incidenza e a elevato impatto sociale: il tumore della mammella. In questo contesto, la Breast Unit il Centro di senologia dell’ospedale Niguarda, ha deciso di declinare questa tematica in un’ottica diversa; due serate, aperte alla cittadinanza, per presentare le tematiche del tumore al seno in una duplice ottica, quella dell’interculturalità e quella della fragilità. Questi due temi caratterizzano profondamente la Breast Unit di Niguarda e il percorso di presa in carico delle nostre pazienti, pur rimanendo spesso nella penombra. I due incontri si terranno dalle 18 alle 19.30 alla Franco Angeli Academy, Viale dell’Innovazione 11, Milano.
Gli appuntamenti
Perché questi due appuntamenti
Sempre più spesso ai nostri ambulatori giungono pazienti provenienti da diversi Paesi e ciò sottopone i nostri operatori sanitari a nuove sfide con cui affrontare la nostra abituale attività clinica. Ad esempio, le barriere linguistiche ci hanno abituati a rapportarci con i mediatori culturali o traduttori che spesso non hanno grado di parentela con la paziente stessa e diventano il nostro filtro comunicativo soprattutto quando ci troviamo a dover comunicare nuove diagnosi, prognosi e percorsi di cura complessi. Talvolta, quando la disponibilità del traduttore non è presente, ci avvaliamo di nuovi strumenti come ad esempio di traduttori digitali che ci permettono di veicolare freddamente le informazioni e che cerchiamo di integrare con una comunicazione non verbale più accentuata.
Spesso ci troviamo anche ad affrontare diversi modi di concepire e gestire la malattia sia dalla paziente stessa che dal nucleo familiare. Allo stesso modo abbiamo deciso di affrontare il tema della fragilità che, ad oggi, in ambito medico e soprattutto chirurgico, sta acquisendo un ruolo sempre più centrale, visto l’aumento dell’aspettativa di vita e la consequenziale polipatologia che caratterizza le nostre pazienti più anziane.
Tali casi sono intrinsecamente più complessi da gestire sia da un punto di vista strettamente clinico che da un punto di vista complessivo, come ad esempio nel tentare di conservare il grado di autonomia delle pazienti nella fase postchirurgica. Molto spesso al percorso di queste pazienti si affiancano le nostre volontarie, che abitualmente ci accompagnano nella nostra attività clinica.