Per LILT la Giornata mondiale senza tabacco è anche l’occasione per scattare una fotografia del fumo e dei fumatori in Lombardia. Quest’anno la consueta indagine è stata effettuata dalla società di ricerca SWG su un campione di 895 fumatori, residenti in Lombardia con età compresa fra i 18 e i 70 anni, con un focus specifico sulla città di Milano.
I fumatori lombardi, per quanto confermino la sigaretta tradizionale come prodotto elettivo, sempre più utilizzano anche i nuovi dispositivi (dispositivi a tabacco riscaldato e svapatori), alla ricerca di strategie di fumo solo in apparenza meno dannose per la salute e meno fastidiose per le persone intorno.
Se il 37% degli intervistati fumano prevalentemente sigarette tradizionali, il 18% dei fumatori lombardi preferisce i device elettronici e il 39% ha ormai un’abitudine di fumo mista.
Per quasi il 90% degli intervistati, la prima esperienza di fumo passa da una sigaretta tradizionale o arrotolata, con un’età media che si abbassa da una generazione all’altra e che vede oltre il 50% degli attuali 18-24enni intervistati dichiarare di avere fumato la prima sigaretta quando ancora non avevano 16 anni.
Per i fumatori lombardi il rapporto con il fumo è di amore e odio. Un modo per rilassarsi (35%), un gesto quotidiano (24%), un piacere (19%), ma anche una abitudine che non si vorrebbe avere (35%) e una condanna (10%). Ne deriva che due fumatori su tre hanno tentato di smettere e che l’80% dichiara di voler smettere in futuro. Eppure il 36% dei fumatori non crede di potercela fare a smettere, anche se lo desidera.
Un nemico sempre più subdolo
“Abbiamo alzato i toni contro il fumo perché è un nemico sempre più subdolo – osserva Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza e primario di Chirurgia toracica di Humanitas -. Nell’indagine emergono due rischi seri. Il primo è l’illusione di limitare i danni con un fumo misto, sedotti dai prodotti dell’industria del tabacco apparentemente innocui. Il secondo è la progressiva diminuzione dell’età della prima sigaretta, ora sotto i 16 anni. Con un’installazione provocatoria in piazza Affari, abbiamo ribadito l’importanza di diffondere informazione e consapevolezza sulle insidie delle sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato. Ma abbiamo voluto lanciare un monito forte ai ragazzi che fumano e a chi permette l’accesso alle sigarette ai minorenni. Una realtà gravissima che abbiamo registrato e che ci motiva ancora di più a entrare nelle scuole coi nostri percorsi di prevenzione alle dipendenze. In questo anno scolastico abbiamo arruolato 10 mila piccoli Agenti 00Sigarette sul territorio”.
Aggiunge l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè: “È indispensabile fare di più per promuovere, in ottica preventiva, una vera cultura della salute e, per farlo, è necessaria un’alleanza con tutti gli attori che si occupano del problema, per intervenire con strumenti molto concreti. La pandemia non ha certo aiutato, creando moltissimi ritardi nei controlli preventivi programmati: dobbiamo recuperare il terreno perduto e al tempo stesso scoraggiare il fumo attraverso campagne mirate che facciano leva sulla promozione di stili di vita sani. L’abitudine del fumo, come ci dicono i dati, è radicata sempre più nelle generazioni giovani molto spesso perché viene vista come un mezzo per creare relazioni. Il nostro compito nostro è spiegare in modo più efficace che è invece una strada da non intraprendere”.
L’evoluzione del mondo del tabacco
“Tra i fumatori lombardi – aggiunge Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG – per quanto rimangano prevalenti le abitudini basate sul tradizionale fumo di sigaretta, la frequenza di utilizzo dei dispositivi elettronici è particolarmente alta, con quasi un fumatore su 3 che utilizza dispositivi a tabacco riscaldato e uno su quattro che fa uso di svapatori con liquidi contenenti nicotina. Questo quadro evidenzia come sia cambiato il mondo del tabacco a seguito dell’avvento dei dispositivi elettronici, con un moltiplicarsi di stili e abitudini di consumo che mischiano dispositivi tradizionali e dispositivi digitali. In questo contesto i più giovani si contraddistinguono per un più ampio ricorso alle sigarette arrotolate e ai dispositivi a tabacco riscaldato che si accompagnano ad una incidenza comunque rilevante delle sigarette tradizionali. Il primo approccio al fumo avviene con un’età media che sembra abbassarsi nelle nuove generazioni, tra le quali oltre la metà degli intervistati ha iniziato a fumare prima dei 16 anni, per assecondare un desiderio di curiosità, all’interno del contesto delle relazioni amicali. I fumatori intervistati mostrano una relazione inquieta con il fumo: è qualcosa che rilassa, ma, al tempo stesso, una abitudine che non si vorrebbe avere. Solo un terzo dei fumatori del campione non ha mai cercato di smettere di fumare e l’80% vorrebbe farlo. Questo comporta un sostanziale favore verso politiche pubbliche mirate alla riduzione dei consumi (solo il 16% ritiene che non dovrebbero essere presenti politiche pubbliche con questo obiettivo), tra le quali l’aumento dei prezzi dei prodotti del tabacco appare come la strategia in assoluto più efficace per impattare significativamente sul problema”.
Sulle insidie del fumo misto si sofferma anche Silvano Gallus, direttore del Laboratorio di epidemiologia degli stili di vita dell’Istituto Mario Negri: “Il contributo di LILT al nostro Laboratorio di epidemiologia è stato essenziale per condurre il monitoraggio del fumo in Italia. Da parecchi decenni i consumi di sigaretta tradizionale si stavano riducendo sensibilmente. Questo grazie ad una sempre maggiore conoscenza della pericolosità del fumo, che ha portato ad una progressiva regolamentazione del tabacco. Negli ultimi anni, però, si è assistito ad un pericoloso arresto delle tendenze favorevoli, causato dall’introduzione in commercio dei nuovi prodotti contenenti nicotina, comprese le sigarette a tabacco riscaldato. E la prevalenza di fumatori di sigaretta tradizionale sta ora addirittura aumentando”.
Il focus sulla città di Milano
Nell’indagine commissionata da LILT a SWG c’è anche un focus sul capoluogo e sul progetto Milano Smoke Free 2026 con l’obiettivo di limitare l’inquinamento, ma anche di stimolare e incentivare lo stop totale del fumo.
Tra i milanesi (fumatori e non fumatori) tutto ciò che riguarda il littering è detestato e l’inquinamento legato ai prodotti da fumo è considerato un problema serio da affrontare con forza. Tutti i piccoli rifiuti abbandonati per strada, di qualsiasi genere essi siano, generano una forte insofferenza e quasi tre intervistati su cinque ritengono che l’inquinamento legato al fumo sia un problema serio che deve essere affrontato con decisione.
Per questo la scelta di dire stop al fumo nelle aree pubbliche è considerata giusta (68% del campione, ma 83% tra i non fumatori) e si ritiene che migliorerà la qualità dell’ambiente in città (58%). Da migliorare la conoscenza di alcuni aspetti del progetto Milano Smoke Free 2026, i cui obiettivi di fondo sono però ampiamente condivisi.