Siamo accanto a “Le Comunità della Salute” per contrastare le disuguaglianze sociali che influiscono sulla qualità di vita e sul benessere delle persone. Il progetto con l’organizzazione di volontariato che opera a Monza e in Brianza punta a raggiungere in particolare coloro che non fanno della salute una priorità.
Studenti, comunità migranti e persone in difficoltà socio-economica sono tra i maggiori destinatari dell’agire de “Le Comunità della Salute”, realtà nata sul territorio di Monza e Brianza. Contrastare le disuguaglianze sociali che influiscono sulla salute è l’obiettivo prioritario dell’associazione. Ideatore e presidente dell’organizzazione di volontariato è Filippo Viganò (nella foto a Casa LILT Monza), medico di medicina generale per quasi 40 anni e anche attuale presidente del Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio.
Per Viganò la salute deve essere sempre un diritto capillarmente diffuso e accessibile a tutti, attraverso percorsi di sviluppo sociale, economico e culturale. Per raggiungere l’intera cittadinanza, la collaborazione e l’integrazione tra tutti coloro che si occupano di prevenzione, assistenza, salute e promozione del benessere sociale delle persone è fondamentale. Da qui nasce la cooperazione con altre realtà del Terzo settore, come LILT Milano Monza Brianza, ed enti pubblici. Per rispondere alle necessità del territorio e perseguire i propri obiettivi, l’associazione di volontariato si avvale del sostegno benefico della Fondazione Guido Venosta e di altri contributi.
“Le Comunità della Salute” interviene anche insieme a LILT attraverso percorsi condivisi per dare risposte, a misura di persona e di bisogni, con servizi totalmente gratuiti. Il nostro impegno per la Prevenzione è a 360 gradi.
Equità e salute
Dottor Viganò, quanto è importante la rete per rispondere ai bisogni?
“Sui temi della salute e del benessere a 360 gradi è necessario un lavoro sociale per ricreare il senso di comunità. Pensare di essere parte di un grande sistema è già fare sistema. Le Comunità della Salute si muove così, per valorizzare ciò che di meglio in questo senso c’è sul territorio. La collaborazione con LILT è così forte perché abbiamo gli stessi obiettivi e le stesse modalità di azione”.
Scuole, comunità migranti e persone fragili
Da dove nasce e come si concretizza la sinergia con la Lega Tumori Milano Monza Brianza?
“La prevenzione deve essere per tutti e per questo nasce anche l’intesa preziosa con LILT, che fa della sensibilizzazione alla cultura della salute una delle sue missioni. Interveniamo insieme con un progetto triennale attraverso 6 azioni: promozione della salute e dei corretti stili di vita nelle comunità del territorio e nelle scuole, consulenze alimentari, percorsi per smettere di fumare, diagnosi precoce e medicina itinerante. Una collaborazione che mi auguro prosegua, per intercettare insieme chi ha bisogno di occuparsi di più della propria salute”.
Sono coinvolte parrocchie, centri sportivi, scuole, centri di aggregazione giovanile e le comunità straniere, attraverso webinar, seminari, consulenze personalizzate, formazione di peer educator ma anche laboratori, campagne di sensibilizzazione e visite gratuite. I nostri esperti mappano il territorio e, dopo aver identificato i bisogni specifici, creano programmi ad hoc per implementare il progetto. L’iniziativa ha già raggiunto scuole elementari, medie e superiori, proponendo attività di sensibilizzazione e promozione della salute. Sono stati fatti interventi in diversi comuni della Brianza, che grazie allo Spazio Mobile LILT hanno messo a disposizione giornate di visite ed esami gratuiti di prevenzione. Tanti gli incontri, con un lavoro di rete, per promuovere salute tra le comunità straniere e le persone più fragili.
L’attenzione alle famiglie ucraine
Come agisce in generale “Le Comunità della Salute”?
“Prevenzione primaria, consulenze specialistiche, odontoiatria sociale e gruppi di auto-mutuo aiuto. Nella Case di Comunità o in spazi comunitari l’associazione ha aperto Punti Salute a Cesano Maderno, Lissone, Macherio e Vedano al Lambro. Veniamo chiamati dai medici di medicina generale, dai consultori, dagli assistenti sociali e dalle associazioni caritative: ci segnalano chi non può permettersi di approcciarsi all’assistenza sanitaria specialistica. Ci affiancano 13 medici di varie specialità, cui aggiungiamo un servizio di telemedicina. Abbiamo anche un team psicologi a domicilio, perché la salute mentale è sempre più un’urgenza”.