Lo specialista Giuseppe Procopio spiega le conseguenze sull’intimità dell’intervento di prostatectomia radicale, quanto tempo serve per il recupero dell’erezione e i consigli per tornare al benessere sessuale della coppia.
La diagnosi di tumore alla prostata porta con sé una domanda: come sarà la mia intimità dopo l’intervento? Un quesito importante, che sposta l’attenzione a un ambito spesso visto come un tunnel senza via di uscita. Ancora oggi. Ma è proprio così?
«Dopo l’operazione di prostatectomia radicale, cioè di asportazione della ghiandola prostatica, può succedere di soffrire di disfunzione erettile, anche se oggi si tratta di una problematica meno diffusa di un tempo», risponde Giuseppe Procopio, responsabile Programma Prostata dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Questo, grazie a tecniche raffinate che permettono interventi nel rispetto della fisiologia maschile. Certo, molto dipende anche dal grado del tumore: se la diagnosi è precoce, sono elevate le probabilità di effettuare un intervento conservativo».
Quanto tempo serve per il recupero
Mediamente, dice la pratica clinica, ci vogliono all’incirca 18 mesi per il recupero totale oppure parziale dell’erezione. «Bisogna però sempre tenere conto dall’età del paziente», sottolinea il dottor Procopio. «Se è over 60, è possibile che ci fossero già delle problematiche fisiologhe col trascorrere degli anni, preesistenti prima della malattia. Altri aspetti che possono incidere sono lo stato psicologico del paziente che non accetta il fatto di avere subito l’asportazione della prostata, e il tipo di rapporto che c’era con la partner prima dell’intervento». Va detto anche che l’operazione non incide sul desiderio sessuale e sulla capacità di orgasmo, che rimangono inalterati, mentre con l’asportazione della ghiandola prostatica viene a mancare la capacità di eiaculazione.
Le linee guida per la salute sessuale
Nel 2022 su The Journal of Sexual Medicine un gruppo internazionale di esperti ha pubblicato le linee guida per la salute sessuale dei pazienti con tumore alla prostata e i loro partner. Tra le indicazioni, c’è quella di sottoporre l’uomo a una valutazione della funzionalità sessuale prima dell’intervento chirurgico. Questo, anche per evitare che venga amplificato il problema dopo l’operazione. È bene inoltre una ulteriore valutazione dopo l’intervento, in modo da impostare il tipo di strategia da adottare e avere un’idea di massima degli obiettivi che si possono raggiungere. Le soluzioni riportate nelle linee guida sono supportate da studi scientifici e comprendono strategie di riabilitazione e terapia psicosessuale di coppia. Sono inoltre previste modifiche nello stile di vita come smettere di fumare, praticare una regolare attività fisica e seguire un’alimentazione sana, che aiutano il benessere sessuale.