Campagne di informazione, pubblicità di solari che invitano ad alzare la guardia, giornate dedicate ai controlli gratuiti. Non c’è che dire, contro il melanoma, tumore della pelle che si nasconde sotto le sembianze di un neo, da qualche anno a questa parte si stanno “mettendo sul campo” tutte le frecce a disposizione. E i risultati ci sono. Oggi sono sempre di più le diagnosi precoci, a favore di percentuali di guarigioni vicine al 100%. Ma anche in quei casi più avanzati, perché esistono purtroppo ancora oggi, la ricerca ha fatto passi da gigante, con guadagni in termini di vita e di qualità insperabili fino a un decennio fa.
Ne parliamo con il dott. Aldo Bono, oncologo di LILT.
Quali sono i soggetti più a rischio per lo sviluppo di un melanoma della pelle?
“I fattori di rischio per il melanoma cutaneo sono essenzialmente rappresentati da una pelle chiara, che spesso si associa a capelli biondi o rossi, e dalla esposizione imprudente ai raggi solari. Un altro fattore di rischio è rappresentato da casi di melanoma verificatisi tra i parenti stretti. E’ stato recentemente segnalato, come fattore di rischio importante, un numero di nevi (nei) nettamente superiore alla norma (un adulto ne ha sulla pelle mediamente una ventina). Va precisato, però, che soltanto circa il 30 per cento dei melanomi origina da nevi pre-esistenti, mentre il resto nasce su pelle normale”.
Ritiene che oggi, rispetto al passato, ci sia una maggiore attenzione rispetto alla prevenzione del melanoma?
“Senza dubbio. Sia per quanto riguarda l’esposizione ai raggi solari (prevenzione primaria), sia per quanto riguarda l’autoesame della pelle (prevenzione secondaria o diagnosi precoce). Ricordo che, per quanto riguarda il melanoma, più che la quantità complessiva di radiazioni solari assorbite sono pericolose le esposizioni intermittenti e intense, quelle che causano eritemi solari e vere e proprie scottature, specie se avvengono in età infantile o adolescenziale. I bambini vanno protetti dal sole intenso! Essenziale è l’utilizzo di cappellini, magliette di cotone vero ad intreccio fine e pantaloncini ed eventualmente una crema anti-solare 50+, utile soprattutto durante un bagno di mare. Nei primi mesi di vita è meglio evitare le creme ed affidarsi all’ombra ed a ripari fisici”.
Creme protettive anche in città, non esporsi nelle ore centrali, autocontrollo: c’è altro ?
“L’autoesame è molto utile. I coniugi sono facilitati poiché possono ispezionarsi l’un l’altra il dorso, che è la parte più difficile per un autoesame. Per humour, in America contratti di matrimonio hanno previsto l’obbligo, per i contraenti, di esaminarsi a vicenda il dorso, alla ricerca di eventuali neoformazioni pericolose. L’autoesame della cute, che si può giovare di uno specchio manuale, si può effettuare ogni cambio di stagione (questo per ricordarcene). Identificare un melanoma è essenzialmente questione di colore. Normalmente la malattia si presenta come una macchietta di colore scuro, marrone testa di moro o nerastro (tutto o in parte), che compare dal nulla e cresce nell’arco dei mesi (6-12). Vi sono casi più rari di melanomi rossastri o addirittura di melanomi che simulano semplici nevi, ma che vengono notati poiché aumentano dimensionalmente. Anche un nodulino “nuovo”, di qualsiasi colore, come un foruncolo, senza il giallo del pus e piuttosto duro, che non regredisce dopo una decina di giorni, può essere molto importante. Altro fatto notevole è un neo, presente da anni, che si modifica di colore, forma, dimensioni.
La diagnosi dei tumori cutanei viene fatta dall’occhio del medico, meglio se esperto. Il medico di famiglia ha comunque un ruolo essenziale nella diagnosi precoce. Lo specialista, che normalmente è un dermatologo, può giovarsi anche di uno strumento utilissimo, detto dermoscopio o dermatoscopio o microscopio ad epiluminescenza. Tale strumento può essere manuale o digitale. Praticamente si pone una goccia di olio sulla lesione da osservare e si appone un apparecchio dotato di lente di ingrandimento e luce incidente. L’applicazione dell’olio evita la normale riflessione della luce da parte della pelle, permettendosi così un esame più in profondità. Un paragone può essere quando, usando una maschera subacquea, osserviamo le meraviglie che ci sono sotto il livello del mare.
Se fare o no una visita di controllo generale della cute, con periodicità, lo consiglio per i soggetti con uno o più fattori di rischio menzionati prima. Per tali soggetti è consigliabile, oltre ad un accurato autoesame, una visita dermatologica almeno annuale”.
Controllo dei nei già nei neonati: ha senso ?
“Il neonato è già valutato dall’ostetrica e poi dal pediatra nei momenti successivi alla nascita. In particolare, verrà evidenziata la eventuale presenza, rara, di un nevo, che è così chiamato congenito. I nevi congeniti, se di grandi dimensioni, saranno poi da osservare periodicamente, data la possibilità (bassa) di degenerare. Colgo l’occasione di dire che il melanoma è rarissimo sotto i 15 anni. Nel bambino, l’asportazione di una neoformazione cutanea, per verifica al microscopio, è indicata solo in presenza di un sospetto marcato, di una neoformazione che cresce velocemente o che ha un aspetto insolito”.
Oggi le terapie non mancano, dalla chirurgia nelle fasi iniziali, all’immunoterapia. Possiamo rincuorare i nostri lettori, sottolineando l’importanza della diagnosi tempestiva e la disponibilità di terapie anche per chi aveva un tempo un destino infausto ?
“Quando diagnosticato nella sua fase iniziale, il melanoma guarisce con un semplice intervento chirurgico ambulatoriale. Nei casi sfortunati, nei quali la diagnosi è stata effettuata in ritardo, per vari motivi, possediamo oggigiorno un repertorio farmacologico di tutto rispetto. La terapia a bersaglio molecolare e l’immunoterapia possono dare ottimi risultati e, in alcuni casi, addirittura guarire una malattia avanzata. In questo campo la ricerca ha fatto veramente passi da gigante”.