Quando perdiamo una persona cara le reazioni sono diverse per ciascuno di noi. Anche l’elaborazione del lutto cambia. Ci sono varie fasi nel percorso di accettazione della perdita e tante variabili giocano un ruolo importante. La maggior parte di noi giunge a una modalità di adattamento all’assenza. Alcuni sviluppano forme di lutto non elaborato, patologico. Onorare la memoria di chi non c’è più con un progetto solidale può aiutare.
Ogni reazione è legittima. Si parte da questa considerazione per parlare di un lutto e come cercare di affrontarlo. Di fronte alla perdita di una persona cara ciascuno reagisce in modo diverso all’assenza, al vuoto che si genera. Diverse sono anche le tempistiche delle fasi di elaborazione del lutto e le modalità di adattamento alla nuova situazione.
Lutto complicato: sintomi oltre un anno
“La maggioranza delle persone non sviluppa un lutto complicato – spiega la dottoressa Luciana Murru, psicologa e psicoterapeuta. – Solo una piccola parte di coloro che affrontano la perdita di una persona cara vanno incontro alle conseguenze di un lutto non elaborato, classificate con sintomi ben precisi. Parliamo di stati di dolore, ansia, nostalgia che perdurano nel tempo ma anche di sintomi fisici. Si parla di lutto complicato quando durano per un anno o un anno e mezzo dalla scomparsa della persona e producono effetti che pesano sulla qualità di vita”.
Lutto non elaborato: cosa succede
L’aspetto fondamentale è riuscire ad accorgersi quando il lutto non elaborato diviene patologico e cercare aiuto. Il passaggio obbligato è accettare la realtà della perdita e provare a gestire le emozioni legate all’assenza. “Per la nostra società la morte è ancora un grande tabù – sottolinea Murru -. Resta un tema molto delicato: lo spazio della terapia è utile per gestire gli stati d’animo e superare gli ostacoli”. Assistiamo a diverse fasi del lutto, comuni a tutti. Risulta fondamentale compiere un percorso per esplorare le emozioni conseguenti al lutto e accettare la realtà della perdita.
Elaborazione del lutto: le diverse variabili
Ci sono diverse variabili che entrano in gioco nel percorso di elaborazione del lutto:
- la personalità di chi ci lascia, l’età e il ruolo che riveste nella famiglia
- la spiritualità: i cristiani vivono la morte in modo fisiologico, c’è il tema dell’accettazione del limite; “Non tutti però sono pacificati con l’aspetto della vita che finisce”.
- anche il genere fa la differenza: le donne che vivono il lutto tendono maggiormente alla depressione.
- il modo in cui le persone sono morte.
- la partecipazione della comunità al lutto
“Una variabile importante è la qualità di sostegno ricevuto da parte di tutta la comunità – evidenzia Murru. – C’è una difficoltà da parte della società odierna a conservare la ritualità legata al lutto. L’abbiamo dimenticata. Ecco perché nascono gruppi di auto mutuo aiuto: perché è una forma di elaborazione collettiva del lutto che sostituisce la ritualità un tempo ricorrente”. Ancor di più oggi che la dimensione comunitaria del lutto è stata cancellata.
Se quei riti di consolazione collettiva non ci sono più, va comunque trovato il modo per onorare la persona scomparsa, perché è una scelta che aiuta nell’elaborazione del lutto.
L’omaggio e la memoria nel lutto
“È necessario trovare il modo per ricordare chi non c’è più: è un modalità per lavorare sul cordoglio. Ad esempio, la donazione in memoria o il sostegno a una progettualità ci proietta nel futuro con la persona cara scomparsa. Pensiamo ai genitori che hanno creato una onlus in memoria dei figli: è un modo per superare la fase del lutto e trasformare l’amore per la persona”.
Il dolore diventa così dimensione di onore, di omaggio, con azioni e progetti sociali in ricordo della persona che non c’è più.
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