Come uno stile di vita sano può ridurre il rischio di tumori, anche del 40%, e di malattie croniche. Un focus su alimentazione e attività fisica. L’intervista al nostro presidente, Marco Alloisio.
Prevenzione: che parola strana. Almeno, così sembra a leggere l’ultima edizione de “I numeri del cancro 2024” di AIOM. Dati alla mano, nella fascia compresa tra i 18 e i 69 anni, il 24% fuma, il 18% dichiara di fare un consumo definito a “maggior rischio” per la salute di bevande alcoliche e il 28% è completamente sedentario.
Eppure investire nella salute rappresenta un’ottima decisione. Basti pensare che secondo gli ultimi dati, il 40% dei tumori si può prevenire con uno stile di vita sano. Ma cosa si può fare? Alla vigilia della seconda edizione del Festival della Prevenzione LILT che si terrà a Milano dal 17 al 23 marzo, ne abbiamo parlato con Marco Alloisio, Presidente LILT Milano, Monza e Brianza.
Presidente Alloisio, è cambiato negli anni il concetto di prevenzione?
Sì, anche grazie alla ricerca, si parla sempre di più di una sola prevenzione, senza distinzione tra le diverse malattie. Oggi sta aumentando la consapevolezza sul fatto che nella maggioranza dei casi, le patologie cardiovascolari, oncologiche e respiratorie sono influenzate dai medesimi fattori ambientali modificabili: fumo, eccesso di alcol e sedentarietà, che sono comportamenti pericolosi a prescindere. Sempre grazie alla ricerca, si sta andando verso una prevenzione di genere e questo è un aspetto molto importante. Un esempio è l’alcol. L’organismo femminile ha fisiologicamente una minore capacità di smaltirlo, tanto che è sufficiente la metà di quanto beve l’uomo per provocare problemi alle donne. Lo stesso è anche per il fumo. Le donne hanno un calibro dei vasi sanguigni più piccolo e per questo, è sufficiente 1/3 delle sigarette fumate dall’uomo, per rendere l’organismo femminile più sensibile ai danni infiammatori del tabacco.
C’è un’età per la prevenzione?
I dati stanno evidenziando che le donne fumano e consumano bevande alcoliche fin da giovanissime e che a breve supereranno gli uomini, che invece al contrario stanno iniziando a smettere. Anche queste informazioni sono importanti, e ci indicano come declinare i messaggi relativi alla prevenzione. Al di là dell’età, il concetto importante è che con una regolare attività fisica e un regime alimentare equilibrato si ottiene un calo di peso con una diminuzione anche consistente del grasso viscerale che, quando è presente, contribuisce a creare uno stato infiammatorio generale e livelli elevati di insulina e di glucosio. Fattori, questi, che giocano un ruolo nell’aumento del rischio di molte malattie, comprese quelle oncologiche.
Che cosa si intende per “personalizzazione” , sempre parlando di prevenzione?
In parte l’ho accennato prima e significa innanzitutto differenziare le strategie tra uomini e donne. Poi, andrebbe ritagliata su misura considerando diverse variabili, come l’attività lavorativa, la vita sociale, la famiglia. Un esempio è l’attività fisica. Se a tutte le persone viene suggerito il medesimo “pacchetto” di esercizi, con gli stessi tempi di applicazione, il rischio di abbandoni è elevato. Invece, l’attività fisica giusta va scelta considerando la dose più corretta, il livello di fatica che si può raggiungere e per quanto tempo e la base di partenza.
Questo vale anche per l’alimentazione?
Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese, con caratteristiche culinarie differenti da regione a regione e talvolta da una zona all’altra della stessa Regione. Bisogna ripartire da qui, dal concetto di territorio. Viviamo una vita dai ritmi serrati, che ci impone quasi un’alimentazione errata, composta prevalentemente da cibi pronti confezionati. Ma è una situazione che si può modificare, a piccoli passi, iniziando a imparare a fare la spesa di persona, e non ordinando online, per coinvolgere tutti i sensi. Questo ci permette di portare in tavola la frutta e la verdura sbizzarrendosi coi colori, dal rosso dei pomodori all’arancione delle albicocche. Ogni tonalità è indice della prevalenza di una sostanza antiossidante benefica per l’organismo e insieme, rappresentano una forza per l’organismo. E in questo aiuta anche l’attività fisica, perché diventa parte integrante di un naturale cambiamento nello stile di vita: il corpo stesso, ad esempio, rifiuta istintivamente il junk food a favore di un’alimentazione più sana.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.