Nell’idea comune, sono la soluzione naturale per combattere la stanchezza e per rinforzare il sistema immunitario. Sono la migliore strategia anti-invecchiamento. Vanno bene per il benessere del cuore, ma anche per contrastare il rischio di tumori. Per dimagrire, oppure per avere capelli più belli. È il “mondo parallelo” degli integratori alimentari, con un elenco che potrebbe continuare all’infinito, di pillole, capsule, gocce, che sembrerebbero fare bene a ogni organo e apparato del corpo.
A mettere in ordine ci ha pensato una review pubblicata a giugno scorso sulla rivista Jama e commissionata dal US Preventive Services Task Force, per valutare l’efficacia delle singole sostanze contenute negli integratori alimentari, focalizzati per la prevenzione di malattie cardiovascolari e tumori. Le conclusioni? Le chiediamo a Luca Pasina, responsabile Laboratorio di Farmacologia Clinica e Appropriatezza Prescrittiva dell’ Istituto Mario Negri di Milano.
Dottor Pasina, cosa dice questo lavoro scientifico?
Conclude che l’enfasi e le aspettative non sono supportate da dati scientifici, nonostante il mercato degli integratori e dei multivitaminici sia in continua crescita. Generalmente questi preparati rientrano in un’operazione commerciale che fa presa su mode del momento e sulla comune convinzione che integratori e multivitaminici, nel caso non riescano a raggiungere l’effetto desiderato, non abbiano comunque alcun effetto negativo. Non c’è dubbio che le vitamine e alcune sostanze antiossidanti sono necessari per un corretto funzionamento dell’organismo e la loro carenza deve essere corretta, ma non c’è alcuna evidenza scientifica che documenti il beneficio di una extra-assunzione sotto forma di integratori. I dati disponibili suggeriscono, al contrario, che l’uso cronico di questi prodotti non è privo di rischi.
In autunno c’è una maggiore tendenza a scegliere mix di vitamine e minerali, con l’idea che siano necessari per avere più sprint mentale. Cosa possiamo dire per demolire questa idea?
La composizione tipica di un multivitaminico di questo tipo include diverse sostanze ad azione antiossidante, come vitamina C, vitamina E, betacarotene e vitamina A, spesso combinate a vitamine del gruppo B che potrebbero favorire una maggior protezione neuronale. I benefici dei multivitaminici sulle performance cognitive non sono tuttavia mai stati dimostrati. Al contrario, un ampio studio randomizzato in doppio cieco disegnato per valutare formalmente l’efficacia di questi integratori sulle abilità mentali in un campione di circa 6.000 soggetti cognitivamente sani all’inizio dello studio ha evidenziato la totale assenza di benefici rispetto al placebo nel migliorare memoria e concentrazione in un periodo di osservazione di oltre 10 anni.
Ci sono categorie di persone che potrebbero averne una reale necessità?
Facciamo una premessa. Il termine “integratore” sottintende che ci sia una carenza da reintegrare, ma non esistono integratori o altri prodotti in grado di controbilanciare gli effetti negativi di un’alimentazione squilibrata o non corretta. L’impiego di integratori andrebbe dunque evitato in quanto non è supportato da prove convincenti e inoltre è associato a possibili rischi. In caso di carenze accertate è opportuno dunque indagare sulle cause e parlare con il medico per valutare il ricorso a trattamenti specifici.
Chi in assoluto dovrebbe evitarne l’assunzione?
I risultati di alcuni studi, che necessitano tuttavia di ulteriori conferme, suggeriscono che gli integratori a base di antiossidanti, ferro, vitamina B12 e omega-3 sono associati ad un aumento del rischio di recidive di tumore al seno. In questo caso è stato ipotizzato che l’effetto antiossidante degli integratori possa ridurre l’efficacia di alcuni chemioterapici inibendo l’azione dei radicali liberi da essi prodotti. E’ quindi importante che l’uso di integratori vitaminici nei pazienti oncologici avvenga sotto stretto controllo medico.
Perché è sempre necessario parlarne col medico?
Le recenti raccomandazioni della US Preventive Services Task Force confermano i risultati di precedenti revisioni e metanalisi, cioè che la supplementazione costante di multivitaminici e sali minerali non è associata ad alcun effetto protettivo, e non è del tutto priva di rischi. L’eccesso di alcune vitamine liposolubili, ad esempio, può comportare effetti tossici: alcuni studi hanno infatti osservato un piccolo aumento della mortalità associato al consumo regolare di betacarotene e vitamina E, suggerendo che la supplementazione vitaminica in una popolazione senza evidenti carenze nutrizionali non offre vantaggi apprezzabili sul piano clinico, ma comporti solo possibili rischi. Con l’uso di combinazioni di vitamine ad attività antiossidante, invece, è stato osservato anche un più alto rischio di sviluppare cinque tipi di tumore del tratto gastrointestinale rispetto ai pazienti che assumevano placebo. In maniera analoga uno studio in cui è stata valutata l’efficacia della vitamina E in associazione a selenio nella prevenzione del tumore alla prostata è stato evidenziato, a distanza di 7-12 anni, un aumento inaspettato del rischio di sviluppare questo tumore nel gruppo trattato con vitamina E.