In aumento i tumori della pelle tra i giovani

3 min lettura L'esperto risponde A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
In aumento i tumori della pelle tra i giovani

Da 30 anni sono in aumento i melanomi diagnosticati ai giovani. Scarsa conoscenza dei pericoli ed esposizione solare scorretta sono i comportamenti più comuni. Ne parla Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma e Terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli.

Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Oncology riporta un incremento dei casi di
tumore diagnosticati nei giovani tra il 1990 e il 2019. Un dato emerge e deve fare riflettere: l’aumento del 7,5% di melanoma in entrambi i sessi, segno, questo, di una sottovalutazione del rischio rappresentato dall’esposizione non saggia ai raggi solari. Insomma, ci sono ancora idee poco chiare sulla prevenzione di questo tumore della pelle che si nasconde sotto le sembianze di un neo.

«La mancanza di consapevolezza riguarda in prima battuta i genitori e a cascata i figli». interviene Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli. «Purtroppo, ancora troppi sottovalutano la pericolosità dei raggi solari. Eppure, oramai non ci sono più dubbi: possono danneggiare il Dna delle cellule e nell’arco di 20-30 anni provocare lo sviluppo del melanoma».

E senza sconti. È vero che chi ha un fototipo 1 e due, cioè capelli biondi e carnagione chiara, è più a rischio. Ma nessuno ne è esente, neppure chi ha colori mediterranei.
Sulle spiagge australiane tre persone su cinque, bambini compresi, indossano cappellini con visiera e paraorecchie e magliette con schermo anti-UV rigorosamente con le maniche lunghe anche quando fanno il bagno. Da qualche anno, sono comparsi anche in Italia.

Ma sono utili? «Funzionano bene, ma non bisogna pensare che siano uno scudo», sottolinea il professor Ascierto. «E’ vero che esistono modelli anche per bambini di sei mesi. Ma nel loro caso bisogna comunque evitare di tenerli al sole fino al compimento del primo anno di età, come dice l’Oms, l’Organizzazione mondiale per la sanità. E in generale a qualsiasi età è sempre meglio utilizzare sul corpo un prodotto solare ». Se i bambini sono piccoli, ma sempre oltre l’anno di età, in spiaggia devono indossare il cappellino e se possibile, la maglietta, soprattutto nei primi giorni di mare. Sì anche a un prodotto solare ad hoc, specifico per la loro pelle che rispetto a quella degli adulti è più sensibile ai danni da sole. Verificare in etichetta che la protezione sia alta: si capisce dalla sigla SPF 50, oppure ancora meglio SPF50+.

«Il prodotto va applicato abbondantemente su tutto il corpo prima di scendere in spiaggia e va rinnovato spesso durante il giorno, soprattutto che il bambino, come di solito fanno, è sempre in riva a giocare», chiarisce Ascierto. «Rimane anche la regola di evitare le ore centrali, quando il sole è a picco e di non soggiornare sotto l’ombrellone, perché i raggi solari penetrano ugualmente».

Le regole di protezione devono essere particolarmente accurate fino ai 20 anni. Oggi si sa che
è proprio dalla nascita a questa età che si accumula il carico maggiore di danni alle cellule. E massima allerta in caso di figli adolescenti, perché proprio tra i teenager è alta la tentazione di abbronzatura artificiale.

«Lettini e lampade solari sono vietati fino ai 18 anni, ma la fascia d’età a rischio è più ampia» risponde il professor Ascierto. «I I ricercatori dello IARC hanno visto che il rischio di melanoma aumenta del 75% se l’uso di lampade e lettini avviene prima dei 30 anni. E questa potrebbe essere una delle spiegazioni all’aumento dell’incidenza nella fascia under 40. Va sempre ricordato che l’emissione di Uv è nociva quanto la luce del sole tropicale a mezzogiorno e che il pericolo è presente anche con poche sedute».

Redazione LILT