A cosa associamo la parola “Melanoma”?
Di sicuro, alle regole di esposizione al sole che sono fondamentali per tenere lontano fin da piccoli il pericolo di questa forma tumorale della pelle. Ma anche al controllo dei nei per la diagnosi precoce del melanoma, sulla base dell’ABCDE. Si tratta delle cinque lettere dell’alfabeto che indicano le eventuali modifiche da non sottovalutare nelle caratteristiche del neo. Asimmetria, Bordi, Colore, Dimensioni, Evoluzione. Pochi però conoscono le terapie farmacologiche, indispensabili in caso di malattia avanzata, quando la chirurgia non è più sufficiente. Eppure negli ultimi dieci anni, proprio grazie alle nuove terapie, è stato ottenuto un aumento della sopravvivenza del 70%.
Ne parliamo con Mario Santinami, Direttore della Struttura Complessa Melanoma – Sarcoma dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Quali nuove cure contro il melanoma?
Immunoterapici e farmaci a bersaglio molecolare sono le terapie che hanno modificato radicalmente gli approcci terapeutici e le potenzialità di cura. In uno scenario articolato e sempre più personalizzato per ogni paziente, al fine di combattere il tumore, oggi è spesso possibile la combinazione di farmaci innovativi. Oppure il loro impiego in sequenza o ancora, l’integrazione con altri trattamenti disponibili, come la chirurgia.
Di che terapie si tratta?
Si tratta di terapie contraddistinte da una modalità d’azione peculiare, che agiscono colpendo in modo mirato il meccanismo che impedisce alle cellule del sistema immunitario di aggredire il tumore. Ci sono già diverse molecole in uso nella pratica clinica, e altre sono allo studio. Per questo è fondamentale rivolgersi a un centro specializzato, che può provvedere alla prescrizione delle cure necessarie in base allo stadio di malattia. Con la possibilità di accesso anche alle sperimentazioni più innovative, sulla base di linee guida e protocolli di trattamento.
Si guarisce dal melanoma?
Oggi si può parlare di guarigione definitiva per i casi più precoci, che sono la maggioranza. Ma attenzione. Per i casi avanzati, grazie alle terapie innovative, sono sempre di più i casi di cronicizzazione, a tutto vantaggio di una buona qualità di vita e della ripresa della propria quotidianità, compatibilmente con le eventuali terapie in corso.
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Articolo a cura di Paola Trombetta
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.