Non rimandare la prevenzione: gli ambulatori LILT sono aperti

4 min lettura A cura di MazzMedia Srl Ultimo aggiornamento:
Non rimandare la prevenzione: gli ambulatori LILT sono aperti

Il cancro non si ferma a un metro di distanza. LILT lancia un messaggio forte e chiaro a chi sta rimandando visite ed esami. La pandemia rischia di provocare conseguenze importanti anche nell’ambito della diagnosi oncologica, che rischia di non essere più precoce. Ed è per questo motivo che l’associazione ha scelto di garantire l’attività dei suoi ambulatori dal lunedì al sabato, in piena sicurezza e con tutta la professionalità di medici specializzati in oncologia.

Dagli ultimi dati raccolti in riferimento ai primi 5 mesi del 2020 emerge una situazione preoccupante, con circa 1 milione e mezzo di screening in meno in Italia. I controlli periodici rappresentano una preziosa arma a nostra disposizione per poter battere sul tempo il tumore.

Come medico e come presidente di un’associazione che lotta contro il cancro – afferma Marco Alloisio, presidente di LILT Milano e Monza Brianza, lancio un allarme. Il conto più salato di questa pandemia rischia di essere il ritardo diagnostico dei tumori con tutto ciò ne consegue in termini di guaribilità della malattia e di invasività delle cure. Potremo verificare solo nei prossimi mesi o anni se, in Italia, il milione e mezzo di test di screening posticipati porteranno ad un aumento dell’incidenza di alcune neoplasie o influiranno sulla mortalità. Ciò che è fondamentale però è continuare a fare prevenzione e controlli, uniche armi a nostra disposizione per battere sul tempo la malattia. Noi di LILT ci siamo: tutti i nostri ambulatori sono aperti e sono sicuri per la vostra diagnosi precoce”.

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Il messaggio del direttore sanitario di LILT



L’impatto sulla prevenzione

In tutta Europa molte prestazioni sanitarie durante la pandemia sono state interrotte o hanno subito dei forti ritardi. Anche in Italia, nei mesi della massima emergenza sanitaria, c’è stata una temporanea sospensione dei programmi di screening. Vediamo nel dettaglio che impatto hanno avuto questi provvedimenti nel nostro Paese e a livello europeo.

La situazione in Italia e Lombardia

Durante i mesi di marzo e aprile 2020 sono state sospese le prestazioni di screening per via della situazione di emergenza in cui vertevano le strutture sanitarie. A partire dal mese di maggio sono stati riattivati i programmi con tempistiche e modalità differenti nelle varie Regioni italiane. 

Attraverso il Rapporto sui ritardi accumulati alla fine di maggio 2020 dai programmi di screening Italiani pubblicato dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) sono stati stimati il numero di test di screening eseguiti in meno rispetto al 2019 nei primi 5 mesi del 2020 e il numero presunto di neoplasie che alla fine del mese di maggio non erano ancora state diagnosticate rispetto all’anno precedente. Ciò che è emerso è che complessivamente in Italia c’è stata una riduzione di circa un milione e mezzo di esami di screening (1.428.949). Con una stima per le lesioni tumorali non individuate pari a 2.099 carcinomi mammari, 1.676 lesioni della cervice CIN2 o più gravi (lesioni di alto grado o carcinomi in situ), 611 carcinomi colorettali e quasi 4.000 adenomi avanzati del colon retto.

Per la Lombardia risultano 107.355 test mammografici eseguiti in meno rispetto al 2019, una riduzione del 61,5% rispetto al 2019. Con una stima di 493,8 tumori non diagnosticati. Sono 152.868 i test di screening per il tumore del colon retto in meno (-57,8%) con un numero di carcinomi non diagnosticati stimato a 148 e un numero di adenomi avanzati non identificati di 735. Per il tumore della cervice i test di screening eseguiti in meno rispetto al 2019 sono 24.455 (- 62,53%). Il numero di lesioni CIN2 o più gravi non diagnosticate è stimato in 93,2.

Questa è la fotografia della situazione italiana al termine dei primi 5 mesi del 2020, l’Osservatorio nazionale screening continua a monitorare l’evoluzione della situazione e sta attualmente svolgendo indagini.

Il panorama europeo

Nel mese di settembre si è tenuto un incontro tra i ministri della Salute e i leader della sanità pubblica dei 53 paesi membri dell’OMS Europa. In questa occasione sono emerse diverse criticità legate all’impatto dell’emergenza sanitaria sulla salute della popolazione. Il 68% degli Stati membri ha riportato interruzioni nei servizi di assistenza sanitaria per le malattie croniche non trasmissibili, incluso il monitoraggio di diabete e ipertensione, e i controlli oncologici. Il dato più preoccupante riguarda la stima dell’aumento della mortalità per il tumore al seno (10%) e per quello al colon (15%). Durante l’incontro è stato approvato lo European Programme of Work (EPW) 2020–2025, noto anche come “United Action for Better Health in Europe”, un programma di azione per i prossimi cinque anni dedicato alla salute pubblica.

 

Arrivare prima

Rinviare visite ed esami diagnostici può avere conseguenze importanti sia sulle possibilità di trattamento sia sulla guarigione dalla malattia.

Molte neoplasie quando sono agli esordi spesso sono asintomatiche, ciò significa che non ci sono segni o sintomi che fanno sospettare la presenza del tumore, ecco perché è importante fare regolarmente dei controlli. Diagnosticare la malattia quando è in fase iniziale permette di effettuare cure mirate e più efficaci con interventi meno invasivi, aumentando le possibilità di sopravvivenza. 

 

Sempre aperti

Il lavoro dei nostri Spazi LILT non si ferma, continuiamo a garantire la possibilità di effettuare visite ed esami diagnostici in sicurezza, rispettando tutte le indicazioni e utilizzando i dispositivi di protezione individuale necessari. La prevenzione e la diagnosi precoce non si fermano davanti al virus, non rimandare i controlli.

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