Fa bene, no fa male. Non c’è che dire, quando si tratta di sole, la confusione regna sovrana. Eppure, non è del tutto da demonizzare. Al contrario, può portare degli enormi benefici, come ci racconta Marta Benedetta Brumana, dermatologa presso gli Spazi LILT e Responsabile dermatologia Humanitas San Pio X di Milano.
Il sole fa male?
Attenzione, però, a non farsi prendere esageratamente dagli entusiasmi: sì al sole, ma nel pieno rispetto delle regole di prevenzione, cioè crema protettiva, cappellino, occhiali da sole ed evitando le ore centrali della giornata, quando il sole è a picco.
Aiuta la sintesi della vitamina D
I raggi solari attivano i depositi di vitamina D nell’organismo. È una sostanza fondamentale perché aiuta le ossa ad assorbire meglio il calcio, cioè il minerale che rappresenta il loro principale nutrimento. Ma non solo. Ci sono lavori scientifici che ne stanno dimostrando il ruolo protettivo anche in molte altre malattie: diabete, disturbi cardiovascolari, alcune patologie autoimmuni. Per ottenere la giusta produzione di vitamina D in ogni caso non è necessario stare ore al sole. In realtà, è sufficiente il tempo di una breve passeggiata oppure di un caffè all’aperto, durante le prime ore del mattino. Come hanno concluso i ricercatori nello studio pubblicato qualche anno fa sulla rivista scientifica Journal of Investigative Dermatology, sarebbero infatti sufficienti 15 minuti almeno tre volte a settimana nei mesi estivi, anche solo scoprendo braccia, testa, collo, ad assicurare livelli adeguati di vitamina D nel sangue. Trascorso il quarto d’ora, però, applicare il prodotto solare o coprirsi.
Fa bene all’umore
Il sole ha una insostituibile influenza positiva sul sistema nervoso centrale, legata alla quantità di luce che si riceve. Lo dimostrano anche le statistiche sulla prevalenza dei disturbi dell’umore nelle diverse aree geografiche: sono minori nei Paesi del mediterraneo, baciati dal sole, e maggiori nel Paesi del Nord Europa, dove gli inverni sono lunghi e bui. Ma c’è di più. I raggi del sole aiutano anche a regolare i ritmi sonno/veglia, come provano ancora una volta le ricerche condotte in Europa, con una maggiore percentuale di disturbi del sonno nei Paesi del Nord. Le dosi di sole? A volontà, ma non è necessario esporsi ai raggi diretti. L’azione è comunque garantita anche stando all’ombra di una pianta, con tutt’attorno la luce solare.
È un toccasana per alcune malattie della pelle
Psoriasi, vitiligine e alcune forme di dermatite: eccole, le malattie dermatologiche che traggono benefici dal sole. Anzi, l’elioterapia, cioè l’esposizione al sole, è una vera e propria cura nei mesi primaverili ed estivi, sostituita nei mesi più freddi dalla fototerapia selettiva, cioè dall’esposizione a particolari lampade che emettono particolari raggi ultravioletti. In nove casi su dieci infine migliora anche l’acne, grazie all’attività antinfiammatoria dei raggi sulla pelle.
Prudenza, però. Chi soffre di una malattia dermatologica deve sempre sottoporsi a una visita di controllo prima dell’estate in modo da modificare le cure se necessario, per evitare reazioni allergiche a causa dell’azione dei raggi solari sul principio attivo farmacologico.