È recente la notizia di un progetto di realtà virtuale sviluppato da uno studente dell’università di Catania, che in questo modo ha veicolato i messaggi di una campagna antifumo. Con un risultato decisamente positivo: un maggiore impatto alla vista di quanto accade fumando, che ha spinto i volontari coinvolti ad abbandonare le sigarette.
Certo, è ancora in fase di progetto, ma la speranza è che questo rappresenti un aiuto in più per dare una mano a chi vorrebbe, ma non ce la fa. Perché è difficile smettere e trovare dentro di sé la forza per non mollare, come ci spiega Marcella Dittrich, psicologa LILT
Trovare le forze dentro di sé
La sigaretta gratifica, ha una funzione antistress, è un “collante” dal punto di vista sociale. Sono queste le ragioni, più o meno consce, che portano un fumatore a gestire i momenti di relax, o al contrario lo stress, attraverso la sigaretta.
«Bisogna in un certo senso ristrutturare la giornata e pensare a come rendere superfluo il ricorso alla sigaretta quale fonte di piacere», racconta la dottoressa Dittrich. «E’ un lavoro importante e ricco di energia e di progettualità perché significa guardare dento di sé, cambiare qualcosa della propria vita, sviluppare altre risorse».
Il ruolo della famiglia
La famiglia però va coinvolta, se non altro, per adottare una serie di regole che aiutino a tenere lontano il desiderio di fumare. Significa, ad esempio, rinunciare al classico rituale di coppia della sigaretta a fine cena ma, per chi dei due continua a fumare, allontanarsi.
«Di solito la decisione del coniuge si trasforma in un’opportunità per entrambi», continua la dottoressa Dittrich. «Non è raro infatti che anche il partner recalcitrante alla fine ci provi, con un rafforzamento della volontà di entrambi». Certo, non è mai facile, ma non tutti hanno la stessa reazione.
Per i giovani è più facile
«I giovani adulti nella fascia 30-35 hanno un approccio più deciso e hanno più probabilità di riuscire nell’intento», dice la dottoressa Dittrich. «Hanno dalla loro maggiori progettualità, più obiettivi nella vita e ricavano piacere da più situazioni». Cosa che è meno facile col trascorrere degli anni, perché il fumo è anche riempire i vuoti, creare un modo per allacciare amicizie, o comunque per parlare, è un’abitudine radicata da anni. Però, attenzione: destrutturare queste situazioni è più difficile, certo, ma mai impossibile se si trova un nuovo obiettivo di vita.
La progettualità che aiuta
Ogni fase della vita ha motivazioni diverse ed è su queste che bisogna fare leva. «I trentenni e i quarantenni puntano al benessere e a preservare la salute sul piano fisico e psicologico», sottolinea la dottoressa Dittrich. «C’è anche spesso la stanchezza di essere dipendenti da qualcosa che in un certo senso rappresenta una sorta di schiavitù mentale. Per le donna infine, c’è il desiderio di una gravidanza e questo porta spesso anche l’uomo a smettere».
Le leve motivazionali sono diverse negli over 50. Qui di solito è il medico a chiederlo a causa di un disturbo di salute legato al fumo. Succede anche, però, che l’arrivo del pensionamento porti con sé nuove energie e un desiderio di cambiamento che coinvolge anche la disassuefazione dal fumo, soprattutto se fumare faceva parte della routine lavorativa.